Alimentazione e demenza senile: gestire il momento del pasto

11 ottobre 2023 Salute e prevenzione
Alimentazione e demenza senile: gestire il momento del pasto
Secondo le ultime indagini i pazienti affetti da demenza senile, in Italia, sono più di 1 milione, di cui circa 600.000 malati di Alzheimer. In continuo aumento tra la popolazione anziana, questa malattia neurodegenerativa provoca conseguenze importanti nella vita quotidiana di chi ne è affetto così come in quella delle persone coinvolte nella loro assistenza.
Vediamo, in questo articolo, come è possibile gestire, in particolare, il momento del pasto dell’anziano con demenza.
 

I sintomi della demenza

Con demenza si fa riferimento ad una serie di patologie neurodegenerative che insorgono, normalmente, dopo i 65 anni. Esse provocano un progressivo deterioramento delle funzioni cognitive, oltre a disturbi del comportamento che gradualmente portano alla perdita dell’autosufficienza. A causa della demenza, infatti, lo svolgimento delle normali attività quotidiane tende a diventare sempre più complesso, rendendo necessaria una costante assistenza.
Prendersi cura di un anziano con demenza senile
Le persone, circa 3 milioni nel nostro Paese, che si prendono cura di un proprio caro con demenza senile svolgono un compito molto complesso, particolarmente faticoso oltre che, in molti casi, fonte di sofferenza. Sapere in che modo agire seguendo i giusti accorgimenti è quindi fondamentale per migliorare la vita del malato nel miglior modo possibile, alleviando la fatica e il disagio del caregiver.
Tra i numerosi momenti che compongono la routine quotidiana di un anziano affetto da demenza, il pasto è uno dei principali da saper gestire. Vediamo come.
 

Il malato a tavola: quali accorgimenti

A causa dei problemi derivati dalle malattie neurodegenerative, anche un’azione naturale come mangiare può diventare estremamente complessa, perché non più automatica. La compromissione delle normali funzioni cerebrali, infatti, toglie autonomia al malato, che necessita di assistenza in quasi tutte le attività quotidiane. Essendo il nutrirsi di fondamentale importanza, un supporto durante i pasti è necessario, ma sempre seguendo alcuni accorgimenti:
  • Creazione di un ambiente tranquillo: è bene assicurarsi che il luogo dove si svolge il pasto sia calmo e privo di distrazioni, riducendo eventuali luci intense o forti rumori al minimo. È molto importante, inoltre, che non ci siano forzature e l’assistenza avvenga con discrezione
  • Mantenere la routine: mantenere orari fissi, costruendo una routine da seguire è sempre consigliabile perché aiuta a ridurre l’ansia e la confusione del malato
  • Cibi familiari e porzioni ridotte: risulta utile mantenere una coerenza anche con i cibi proposti al paziente, servendo piatti semplici, già amati e conosciuti. Inoltre, sono consigliati frequenti pasti ridotti durante la giornata rispetto a pasti pesanti e impegnativi
  • Gestione di cibo e posate: è indispensabili capire se il malato è in grado di mangiare in modo sicuro. In caso di grande difficoltà potrebbe essere necessario tagliare il cibo in piccole parti o scegliere pietanze facilmente deglutibili. Se l’anziano non ha necessità di essere imboccato, è possibile aiutare il movimento della mano dal piatto alla bocca, sempre in modo delicato e senza forzare
  • Avere pazienza: le malattie neurodegenerative rallentano azioni prima affrontate in maniera automatica. Servirà, quindi, avere pazienza durante il momento del pasto, adeguandosi ai tempi del malato
  • Stimolare i sensi: spesso gli anziani tendono a perdere interesse per il cibo, rischiando persino di dimenticarsi di nutrirsi a causa dei danni cerebrali dovuti alla demenza. Assicurarsi che il cibo sia presentato in maniera appetitosa può aiutare ad accrescere la curiosità e la voglia di mangiare del paziente
 

I servizi di PrivatAssistenza: un aiuto per i familiari dei malati di demenza senile

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Tra i servizi offerti da PrivatAssistenza ci sono anche la terapia occupazionale domiciliare per i malati di Alzheimer, un percorso riabilitativo che punta a favorirne l'autonomia e il benessere, e la consulenza psicologica a domicilio, utile per rallentare il declino nei pazienti con demenza, grazie alla stimolazione cognitiva, e per aiutare i caregiver a gestire lo stress legato all'impegno di cura.
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