Badanti e colf: i documenti necessari ai datori di lavoro per usufruire delle agevolazioni fiscali

13 marzo 2020 Attualità
Badanti e colf: i documenti necessari ai datori di lavoro per usufruire delle agevolazioni fiscali

Chi ha alle proprie dipendenze colf, badanti o assistenti familiari è alle prese con diverse tipologie di documenti e certificazioni. Ora questi “datori di lavoro” domestici dovranno diventare familiari anche con la dichiarazione che permette di individuare l’ammontare complessivo delle somme erogate nel corso dell’anno, che dovrà essere consegnata al proprio dipendente.

Questo documento non deve però essere confuso con il Cu, la certificazione unica dei redditi di lavoro dipendente.

A cosa serve il documento?

Questo certificato serve ai lavoratori essenzialmente per due motivi:

  • Per poter compilare la propria dichiarazione dei redditi e chiedere così l’Isee necessario per ottenere benefici fiscali e prestazioni agevolate
  • Per ottenere, nel caso di cittadinanza extracomunitaria, il rinnovo del permesso di soggiorno

Al datore di lavoro serve, invece, per ottenere due agevolazioni fiscali.  

Quali sono le agevolazioni fiscali?

Il datore di lavoro, grazie a questo documento, ha diritto a ottenere due agevolazioni fiscali:

  • Detrazioni che dipendono dal costo di assunzione della badante ingaggiata, per assistere una persona non autosufficiente, con inquadramento contrattuale nei livelli super C o D. La detrazione ammonta al 19%, calcolata su un massimo di 2100 euro, ed è indipendente dal numero di badanti o colf alle proprie dipendenze. Tali benefici fiscali vengono concessi solo a datori di lavoro il cui reddito familiare è inferiore a 40.000 euro.   Per ottenere la detrazione, inoltre, è sufficiente che il contribuente paghi il salario del lavoratore. Non è quindi necessario che il primo sia l’effettivo datore di lavoro del secondo.
  • Deduzioni dei contributi Inps dal proprio tetto imponibile, per un massimale di 1.549,37 euro, quota relativa l’ammontare a carico del datore di lavoro. I contributi deducibili sono quelli che sono stati versati nel 2019 e a questi non viene applicato il criterio di competenza, bensì quello di cassa. Pertanto, coloro che hanno pagato entro i termini di legge, dovranno sommare i contributi versati nell’anno 2019. Questo significa che dovranno essere conteggiati i contributi versati nell’ultimo trimestre del 2018 e nei primi tre trimestri del 2019. Il datore di lavoro può richiedere al fisco entrambe le agevolazioni, mentre non ci sono riconoscimenti per chi non è tenuto alla presentazione della dichiarazione dei redditi.

Quali sono le tempistiche?

L’attestato deve essere consegnato trenta giorni prima e non oltre la scadenza dei termini per la consegna della denuncia dei redditi.

Come abbiamo visto, le procedure da intraprendere ogni anno per usufruire di diversi benefici fiscali sono molteplici e non sempre semplici da comprendere. L’invito è quello di restare informati il più possibile, consultando i portali ministeriali e domandando aiuto ai commercialisti, per essere confermi a quanto consentito dalla legge.

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