Il numero dei centenari in Italia è quadruplicato nell’arco di 20 anni. Lo rileva ISTAT nelle sue ultime indagini, registrando una crescita significativa della fascia di età più longeva che assume le sembianze di una vera e propria evoluzione demografica della società, della quale occorre prendere atto per adottare le dovute misure di sostegno alle persone più anziane.
Se da un lato, infatti, il progressivo invecchiamento della popolazione è un indice del miglioramento della medicina e delle condizioni di vita in generale, dall’altro richiede una serie di riflessioni affinché agli anziani venga assicurato il mantenimento del benessere psicofisico, anche attraverso l’individuazione dei fattori che possono favorirlo e delle figure professionali più adatte all’assistenza.
Scopriamo insieme, dunque, quanti sono i centenari in Italia, quali aree del Paese sono più “longeve”, e quanti sono i centenari nel mondo.
Centenari in Italia: quanti sono e dove si concentrano maggiormente
Secondo gli ultimi dati ISTAT, i centenari in Italia sono 19.714, un numero quadruplicato rispetto al 2002, quando le persone con oltre 100 anni erano poco più di 5mila, come si legge su un altro report dell’Istituto Nazionale di Statistica.
Di questi 19.714, l’83% è rappresentato da donne (16.427), mentre il 17% da uomini (3.287).
Ma quali sono le zone d’Italia con il maggior numero di centenari? Secondo l’indagine ISTAT “Centenari in Italia, una popolazione in aumento” – i cui dati, aggiornati al gennaio 2021, contavano 17.177 centenari residenti – la maggior parte di essi si trova nel Nord del Paese. La Regione con la più alta percentuale di ultracentenari rispetto alla popolazione, invece, risulta essere il Molise, seguito da Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Abruzzo.
I centenari nel mondo: quanti sono e dove vivono
Secondo una stima calcolata dall’ONU nel 2022 e riportata dall’AGI, i centenari nel mondo sono quasi 600 mila, e potrebbero diventare 3,7 milioni entro il 2050. Numeri che certificano il progressivo invecchiamento della popolazione, con una redistribuzione demografica delle fasce d’età senza precedenti.
Un’indagine condotta a più riprese da Dan Buettner, ricercatore di National Geographic Society, e nominata The Secrets of long life, ha individuato in Giappone, più precisamente nella regione di Okinawa, la zona del mondo con la maggiore longevità. In questa classifica troviamo anche la Costarica, la California, l’isola di Ikaria, in Grecia, e l’Italia. Lo studio si è concentrato sullo stile di vita delle persone che abitano in queste aree – ribattezzate “zone blu” – per rintracciare le eventuali condizioni e buone abitudini che favorirebbero una maggiore longevità.
In questo scenario l’Italia, in particolare, vanta un record. A Perdasdefogu – un paesino dell’Ogliastra, in Sardegna, entrato nel Guinness dei primati per la longevità – vivono 8 centenari su 1778 residenti, ovvero uno ogni 222 persone circa. Questo dato ha incuriosito diversi ricercatori e favorito la nascita del progetto Perdas - People with Extreme resources during ageing in Sardinia, presentato a gennaio 2023 e promosso da Comunità Mondiale della Longevità, I.e.r.f.o.p. onlus (Istituto Europeo Ricerca Formazione e Orientamento) e Università di Cagliari.
L’obiettivo dello studio è evidenziare la salute fisica e mentale dei centenari di Perdasdefogu e approfondire le condizioni che possono favorire l’essere longevi, come lo stile di vita, una sana alimentazione, la vita all’aria aperta e, non ultimo, gli aspetti psicologici e intellettuali degli anziani monitorati dal progetto attraverso interviste e testimonianze.
I fattori che possono favorire la longevità
Attività fisica regolare, abitudini alimentari corrette, buone relazioni con gli altri e con l’ambiente sociale in cui si vive sono probabilmente tutti fattori che favoriscono il benessere psicofisico e, di conseguenza, la possibilità di vivere più a lungo, insieme a una predisposizione genetica. Per gli esperti che studiano la longevità, infatti, un elemento determinante per agevolare un processo di invecchiamento più sano e regolare rispetto ai coetanei risiede proprio nel DNA e nei geni ereditati dai genitori. Tuttavia, intrecciando i numerosi studi condotti sulla popolazione più anziana, si ritiene che esista un ventaglio di altri elementi non marginali, idonei a favorire o sfavorire la longevità, tra i quali:
- il luogo in cui si è nati e si vive;
- l’integrazione sociale e la qualità delle relazioni con la famiglia e le altre persone;
- l’attività fisica e intellettiva;
- l’alimentazione.
Nonostante l’importanza di aspetti come questi, non sempre è possibile assicurarsi che le persone anziane seguano stili di vita corretti, soprattutto se vivono da sole. Ricordiamo che la solitudine stessa, nella terza età, può compromettere la salute fisica e psicologica della persona. Per questo, se l’anziano è solo o ha bisogno di assistenza nel quotidiano ma non ha modo di essere seguito dai familiari, può essere utile avvalersi di un supporto esterno come quello fornito dall’assistenza domiciliare: attraverso questo servizio, avrà una figura qualificata di riferimento in grado di aiutarlo a portare avanti sane abitudini come seguire un’alimentazione idonea, svolgere attività ricreative e movimento fisico.
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Crediti immagine di copertina: Dan Negureanu/Shutterstock