L’incontinenza urinaria, una vera e propria condizione invalidante per molte persone, ha in generale un impatto negativo nella quotidianità dei soggetti che ne soffrono per diverse motivazioni, tra cui la sensazione di scarsa igiene e il disagio continuo.
Questa patologia, oltre ad essere un problema sanitario e sociale, è spesso sottostimata e non capita di rado che caregiver e assistenti familiari non sappiano come muoversi nella gestione della persona con questo disturbo.
Vediamone insieme i punti principali da conoscere.
Tipologia di incontinenza e cause
L’incontinenza urinaria, generalmente, porta alla perdita involontaria di urina per alterazioni anatomiche e/o funzionali degli sfinteri della vescica.
I tipi più frequenti, ciascuno con le sue specifiche cause, sono:
- Incontinenza neurogena: generalmente si manifesta in anziani con confusione mentale e/o con importanti problemi intestinali
- Incontinenza da reflusso: si manifesta con perdite seguite da un forte costante desiderio di urinare ancora per cause ostruttive o neurologiche
- Incontinenza da sforzo o da stress: si verifica quando si compie un movimento che richieda uno sforzo e generalmente colpisce di più le donne, anche giovani
- Incontinenza da urgenza: è associata ad uno stimolo impellente di urinare e spesso è causato dall’aumento della contrattilità della vescica
- Incontinenza urinaria continua goccia a goccia dovuta a lesione dello sfintere
- Forme transitorie d’incontinenza urinaria che possono essere causate da infezioni delle vie urinarie, diabete scompensato, scompenso cardiaco, confusione mentale acuta o assunzione di alcuni farmaci
- Enuresi: è la perdita di urina che avviene nel sonno, con minzione involontaria
Trattamenti disponibili per il paziente e indicazioni per il caregiver
Le modalità di trattamento per il paziente cambiano in base alla tipologia di incontinenza e spesso molte di esse possono essere multidisciplinari. Tra le più comuni, troviamo la terapia farmacologica, per migliorare il controllo della vescica, la rieducazione pelvica, utilizzata specialmente per l’incontinenza da urgenza oppure la terapia chirurgica che permette di ricostruire le strutture di sostegno della vescica.
E il caregiver come deve comportarsi? Nel caso in cui l’incontinenza del paziente non sia trattabile nelle modalità sopra menzionate, diventa fondamentale l’educazione terapeutica del soggetto che presta assistenza, il quale deve dotarsi degli opportuni ausili assorbenti in base a corporatura del soggetto, frequenza delle perdite e tipologia. Grazie al Decreto del Ministero della Salute n. 332/99 e al Decreto min. Sanità 321 del 31 maggio 2001 è possibile ottenere gratuitamente i presidi di assorbenza da parte di chi ne ne ha diritto, come i pazienti affetti da “grave incontinenza urinaria o fecale cronica”, come spiegato dal DPCM sui Lea aggiornato nel 2017. La conoscenza della patologia e l’adozione di determinati comportamenti e strumenti nei confronti del soggetto fragile aiutano notevolmente caregiver, malati e famiglie a gestire in modo più tranquillo questa patologia.