Ci siamo lasciati alle spalle mesi drammatici e complicati, caratterizzati da ospedali al collasso, migliaia di contagi, numerosissimi decessi e decine di decreti ministeriali e procedure per rallentare il contagio da Covid-19.
Anche se ora il peggio sembra passato, non possiamo cancellare il fatto che questa pandemia abbia cambiato profondamente la nostra società, il modo in cui lavoriamo, in cui passiamo il nostro tempo libero e come ci relazioniamo con gli altri. Questo perché per mesi abbiamo vissuto nell’incertezza e perché sappiamo che una nuova ondata di contagi potrebbe sorprenderci di nuovo. Pertanto, è necessario fare tutto ciò che è in nostro potere per tutelarci, evitando per esempio situazioni critiche, in cui il virus potrebbe facilmente tornare a diffondersi.
Quindi, sebbene siano state cancellate la maggior parte delle limitazioni imposte dalla maggioranza dei Paesi europei e dagli Stati Uniti durante la quarantena, come la libertà di muoversi e la possibilità di frequentare luoghi pubblici, vi sono molte pratiche igienico-sanitarie e comportamentali che abbiamo appreso durante la cosiddetta “Fase 1” della quarantena e che dovremmo continuare a seguire.
Le buone pratiche per il post-quarantena:
- 1. Per prima cosa bisogna adeguare il proprio comportamento in base all’area geografica in cui si vive. Fin dalle primissime fasi di diffusione del virus in Italia, infatti, è stato chiaro che le regioni del nord, Lombardia in testa, avessero un numero molto maggiore di contagi e di ricoveri ospedalieri, rispetto alle regioni del centro e del sud Italia. Questo deve comportare necessariamente un maggiore livello di attenzione per tutti coloro che vivono nelle aree più fortemente colpite. Gli esperti suggerisco dunque di tenersi informati, seguendo i dati pubblicati dalla Protezione Civile riguardo il numero di tamponi effettuati e la percentuale di positivi sul totale: se questo valore resta sotto al 5% è segno che la popolazione è sufficientemente testata e la diffusione del virus è rimasta sotto controllo.
- 2. Il secondo luogo, sarebbe opportuno limitare il numero di persone esterne al nostro nucleo famigliare che incontriamo, creando così una sorta di “bolla sociale” costituita da persone che si frequentano tra di loro limitando al massimo i contatti con persone terze, ovvero esterne alla bolla. Questo modus operandi sarebbe particolarmente adatto per i bambini piccoli per i quali si potrebbero creare piccoli gruppi di gioco.
- 3. Il terzo punto è dettato soprattutto dal buonsenso. Come comprensibile, infatti, non tutte le attività ci espongono allo stesso livello di rischio: fare sport individuale all’aria aperta, peresempio, comporta un rischio di contagio inferiore al praticare uno sport di gruppo al chiuso. Se è vero però che non si può rinunciare a tutto per vivere sereni, è altrettanto vero che si possono fare delle scelte ponderate: per esempio, per vedere i propri nipoti al parco si possono ridurre le cene con amici ad una sola volta ogni due settimane.
- 4. Importantissima è poi la durata degli incontri con persone esterne al nostro nucleo familiare convivente. Se non possiamo rinunciare ad un aperitivo con amici, cerchiamo di non farlo durare per più di un’ora se si svolge al chiuso. Meglio ancora trasferire questi incontri all’aria aperta, dove anche il mantenimento delle distanze risulta più semplice.
- 5. Infine, è fondamentale continuare ad utilizzare guanti, mascherine, gel igienizzanti, a lavarsi accuratamente le mani, a toccare il meno possibile superfici non igienizzate e a praticare il distanziamento sociale in tutte quelle occasioni in cui risulti necessario.
Se vogliamo quindi riprendere in mano la nostra vita, ricominciando ad uscire, praticando attività all’aperto e in compagnia di altre persone, dovremmo seguire queste semplici ma efficaci regole individuate dagli esperti, atte a contribuire al calo della diffusione del virus e a proteggere noi e i nostri cari.