Da mesi rispettiamo gli obblighi imposti in materia sanitaria dal Ministero della Salute per fermare, o perlomeno cercare di rallentare il più possibile, la diffusione del virus Covid-19.
Tra questi, il mantenimento delle distanze di sicurezza, stabilite in 1 mt, e la necessità di indossare la mascherina in situazioni pubbliche e all’interno dei locali in presenza di altre persone non conviventi.
Tutte queste misure sono giustificate dalla situazione emergenziale e tutti i cittadini italiani sono tenuti al loro rispetto. Ma i cittadini disabili o coloro che hanno impedimenti fisici gravi devono rispettare tali norme o per loro sono previste speciali deroghe? Scopriamolo insieme.
Deroghe ai dispositivi di sicurezza
Il divieto di assembramenti, in luogo pubblico o privato, resta tale anche per le persone con disabilità. Ci sono però altre disposizioni che possono prevedere delle deroghe.
Per esempio:
- Mantenimento delle distanze di sicurezza, di almeno 1 metro, con persone non conviventi. Le eccezioni in questo caso sono diverse. Gli operatori o gli accompagnatori che assistono quotidianamente un disabile (con disabilità motoria, intellettiva, sensoriale, problematiche comportamentali o psichiatriche o con disturbo dello spettro autistico) non sono tenuti a rispettare tale disposizione. E questo vale sia per assistenti volontari e per professionisti, sia per parenti e conoscenti del disabile.
- Obbligo di indossare la mascherina quando ci si trova in luoghi pubblici e in luoghi privati in presenza di altre persone non conviventi. Sono esclusi da tele obbligo i bambini di età inferiore di sei anni e i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, e coloro che per interagire con i predetti versino nella stessa incompatibilità. E questo vale sia nei luoghi pubblici sia negli esercizi commerciali.
Chiariti questi punti, resta l’invito anche per i disabili e i loro accompagnatori a rispettare altre norme igienico-sanitarie di base, come il lavaggio frequente delle mani e il mantenimento delle distanze.
A questi si aggiunge l’invito del Ministero della Salute a utilizzare la App Immuni, sviluppata per avvertire gli utenti che hanno avuto un’esposizione a rischio.