In questi mesi concitati abbiamo imparato a conoscere molto bene un nemico comune: il Covid-19. Ma sappiamo davvero come comportarci nel caso in cui il tampone risulti positivo? Chi chiamare, come comportarsi con le persone che vivono con noi e con le quali siamo a stretto contatto?
Per rispondere a queste e ad altre domande, abbiamo preparato una semplice guida con le indicazioni sul da farsi.
Distinguere il Covid-19 dalla comune influenza di stagione
Partiamo dal principio, ovvero dalla necessità di distinguere tra i sintomi di una banale influenza di stagione e quelli da Covid-19.
Ad oggi i sintomi conosciuti più comuni del Covid-19 sono:
- Febbre (con temperatura maggiore a 37,5°C)
- Spossatezza
- Tosse secca persistente
- Mal di gola
- Naso chiuso o che cola
- Perdita parziale o totale dell’olfatto o del gusto
- Congiuntivite
- Diarrea (soprattutto tra i bambini)
Sebbene influenza stagionale e Coronavirus presentino molti sintomi in comune, come febbre e mal di gola, nel caso del Covid-19, soprattutto nei soggetti più a rischio come gli anziani, i sintomi sono solitamente più gravi e persistenti.
Poiché è difficile distinguere tra i due, nel caso in cui si presentino alcuni o tutti questi sintomi è bene rivolgersi al proprio medico di base:
- Se i sintomi sono apparsi meno di un giorno prima, il medico consiglierà di stare a casa, attendere l’evoluzione della situazione e, laddove possibile, isolarsi dagli altri componenti della famiglia.
- Se i sintomi continuano a persistere,il medico attiverà l’ASL di riferimento per disporre il test del tampone.
Chi risulta positivo al tampone dovrà obbligatoriamente restare in isolamento.
A questo punto però è bene fare una distinzione tra isolamento e quarantena.
L’isolamento riguarda gli individui positivi al Coronavirus che, per evitare di contagiare altri, devono isolarsi. La durata dell’isolamento varia a seconda delle condizioni del paziente.
La quarantena riguarda invece individui sani che sono stati esposti a una persona risultata positiva e che devono attendere, isolati dagli altri, l’eventuale comparsa dei sintomi.
Gli scenari per i positivi
Non tutti coloro che sono positivi presentano le stesse condizioni cliniche generali. Distinguiamo infatti tra:
- Positivi asintomatici. Queste persone devono restare isolate per 10 giorni, al termine dei quali, e solo in caso di secondo tampone negativo, possono terminare il loro isolamento.
- Positivi con sintomi. In questo caso gli individui devono restare in isolamento per 10 giorni e solo in caso in cui negli ultimi 3 giorni non abbiamo presentato sintomi, possono sottoporsi nuovamente al tampone e terminare il loro isolamento in caso di esito negativo.
- Positività prolungata. Le persone che continuano a risultare positive nonostante non presentino sintomi, devono restare in isolamento per 21 giorni, isolamento che possono interrompere solo nel caso in cui negli ultimi 7 giorni non abbiano presentato sintomi.
Gli scenari per i contatti stretti
Vengono definiti contatti stretti coloro che hanno avuto un’esposizione ad alto rischio con un caso positivo.
I contatti stretti sono:
- conviventi di un caso positivo;
- chi è rimasto per almeno 15 minuti faccia a faccia con un positivo a meno di 2 metri di distanza senza indossare la mascherina;
- chi è rimasto a lungo in ambienti chiusi con un positivo senza utilizzare la mascherina;
- chi ha avuto un contatto fisico con un positivo;
- chi tra il personale sanitario non utilizza adeguate misure di protezione individuale.
I contatti stretti si comporteranno diversamente a seconda della loro situazione clinica:
- Contatto stretto asintomatico. Il soggetto deve restare in quarantena per 14 giorni, se l’incontro con il positivo era avvenuto nelle 48 ore precedenti al momento in cui si è sottoposto al tampone. A fine quarantena il soggetto deve sottoporsi nuovamente al tampone solo nel caso in cui presenti sintomi.
- Contratto stretto asintomatico: quarantena breve. La quarantena può essere accorciata a 10 giorni nel caso in cui siano passati 10 giorni dall’ultimo contatto con il positivo e il tampone risulti negativo.
- Contatto stretto positivo. Se il tampone dà esito positivo, il contatto stretto diventa contagiato, dovendo quindi seguire le indicazioni sopraelencate per tutti i positivi.
Poiché le disposizioni regionali sono varie, se si hanno dubbi o si presentano alcuni sintomi, è bene rivolgersi al proprio medico curante, contattandolo telefonicamente, senza recarsi in studio. Inoltre, ogni regione ha predisposto appositi numeri verdi per ottenere informazioni e indicazioni su come comportarsi.