La demenza senile causa la progressiva perdita delle funzioni cognitive e fa sì che chi ne soffre non sia più in grado di svolgere le attività quotidiane in autonomia.
Si tratta di una malattia che colpisce le persone anziane, privandole gradualmente della capacità di condurre una vita indipendente e provocando gravi disturbi del comportamento. Gestire un proprio caro con demenza senile, dunque, è un compito molto complesso per i suoi familiari.
In questo articolo illustreremo cos'è la demenza, quali sono i principali sintomi con cui si manifesta e come assistere un anziano malato.
Approfondiremo, in particolare, le buone abitudini da adottare e le attività più adeguate per stimolare le sue abilità cognitive. Scopriremo, inoltre, come costruire intorno a lui un ambiente domestico idoneo, come comunicare in modo efficace e come calmarlo con l'atteggiamento giusto.
Cos’è la demenza e quali sono i principali sintomi con cui si manifesta
Il termine “demenza” fa riferimento a un complesso di malattie cronico-degenerative che si manifestano con un progressivo deterioramento delle funzioni cognitive e con disturbi del comportamento. Questo quadro clinico porta gradualmente alla perdita dell'autosufficienza, ostacolando lo svolgimento delle abituali attività quotidiane e rendendo necessaria un'assistenza sempre più costante. Esistono diverse forme di demenza, per la maggior parte di tipo irreversibile: la più diffusa è l’Alzheimer.
La demenza colpisce più frequentemente le persone anziane dopo i 65 anni. I sintomi includono disturbi di natura cognitiva, comportamentale e funzionale che tendono ad aggravarsi nel tempo.
La malattia di grado lieve, cioè all'esordio, è caratterizzata da deficit cognitivi che non riducono l'autonomia del malato: chi ne soffre è ancora in grado di muoversi, ma inizia a soffrire di disturbi di memoria e può avere bisogno di un piccolo aiuto o della supervisione degli altri per alcune attività quotidiane, soprattutto quelle più complesse (come gestire la casa e le finanze). I sintomi non cognitivi sono ancora piuttosto contenuti e includono soprattutto ansia, depressione, irritabilità e apatia.
Nella demenza di grado moderato il paziente manifesta seri problemi di autonomia, può essere più rallentato dal punto di vista motorio, soffre di deficit cognitivi più invalidanti che causano disturbi marcati della memoria e del linguaggio, e ha problemi comportamentali più frequenti. Tra i più caratteristici ci sono ansia, depressione, allucinazioni e deliri, irritabilità, aggressività, insonnia, apatia, tendenza ad agire in modo ripetitivo e senza scopo apparente.
La fase severa della demenza, che corrisponde allo stadio più avanzato, porta alla perdita di tutte le autonomie, determinando l'incapacità di svolgere anche le attività quotidiane più semplici, così come di ricordare, esprimersi, comprendere e camminare.
Come comportarsi con un anziano con demenza senile
Per chi si prende cura di un familiare anziano con demenza senile, gestire i disturbi cognitivi, funzionali e del comportamento causati dalla malattia è molto difficile, oltre a essere fonte di grande fatica e sofferenza. Affrontare queste problematiche con gli accorgimenti giusti, dunque, è fondamentale per alleviare il disagio e il dolore che provocano e migliorare la qualità della vita del malato e di tutto il nucleo familiare.
Ecco qualche consiglio.
Organizzare la giornata: le buone abitudini da adottare
È molto importante coinvolgere l'anziano in attività piacevoli, che gli permettano di sfruttare le abilità non compromesse dalla malattia e gli diano la sensazione di poter essere di aiuto.
È consigliabile scegliere compiti semplici e alla sua portata, possibilmente che già padroneggia, per evitare che possa sentirsi frustrato o deluso perché non riesce a eseguirli. Per incoraggiarlo e guidarlo può essere utile fornire istruzioni passo passo e scomporre un'attività complessa in tante piccole attività.
Oltre ad assicurargli il giusto supporto, è anche essenziale lasciare che il malato esegua da solo i compiti per cui non ha bisogno di aiuto, sostenerlo senza sostituirsi a lui e non rimproverarlo se commette qualche errore: questo aumenterà il suo senso di soddisfazione, efficacia e autostima.
Un altro aspetto essenziale è essere flessibili, cioè modificare il programma della giornata se il malato appare irritato, annoiato, distratto o stanco. In questi casi è utile proporre attività diverse oppure sospenderle per non affaticarlo o innervosirlo ulteriormente.
Durante la giornata, inoltre, è consigliabile mantenere routine quotidiane e orari costanti. Questo vale, ad esempio, per il risveglio, la somministrazione dei pasti, il riposo notturno: modificare abitudini consolidate, infatti, può disorientare chi soffre di demenza, accentuando la sua agitazione.
Infine, è bene incoraggiare l'anziano a fare esercizio fisico regolare, compatibilmente con le sue condizioni di salute: anche una semplice passeggiata, infatti, favorisce equilibrio, coordinazione e mobilità articolare, concilia il sonno e aiuta a scaricare le tensioni e l'aggressività.
Quali attività far fare a un anziano con demenza
Le attività ideali per un anziano che soffre di demenza sono quelle che risultano significative e piacevoli, cioè che sono in grado di:
- stimolare le sue abilità residue;
- suscitare il suo interesse;
- farlo sentire utile;
- dargli la possibilità di socializzare.
Ecco qualche esempio, suggerito dalla Federazione Alzheimer Italia, principale organizzazione italiana non profit dedicata alla promozione della ricerca sulla malattia di Alzheimer:
- contribuire ai lavori domestici, occupandosi di mansioni semplici e non pericolose, eventualmente sotto la supervisione del caregiver;
- passeggiare o fare ginnastica, se il medico valuta che queste attività siano compatibili con le condizioni di salute dell'anziano;
- ascoltare musica;
- fare giochi di associazione mentale, di memoria, di carte, da tavolo;
- leggere libri e giornali;
- sfogliare album di fotografie di famiglia;
- guardare un film;
- dedicarsi ad attività manuali e creative, come dipingere, disegnare, lavorare a maglia, curare le piante.
Come comunicare nel modo giusto con un anziano con demenza senile
Comunicare in modo appropriato con una persona con demenza è molto importante per instaurare una relazione con lei superando le difficoltà legate alla malattia. I deficit cognitivi e i disturbi del comportamento, infatti, compromettono l'attenzione, la concentrazione, la capacità di seguire una conversazione e possono rendere il paziente agitato e nervoso, quindi è essenziale utilizzare il tono di voce, il linguaggio e i gesti giusti per interagire nel modo più efficace. Ecco qualche consiglio dal sito “Una mappa per le demenze” della Regione Veneto:
- Posizionarsi di fronte al malato, possibilmente guardandolo negli occhi.
- Rivolgersi a lui con gentilezza, adottando un tono di voce pacato.
- Usare frasi semplici e dirette.
- Parlare lentamente e scandire bene le parole.
- Accompagnare il discorso con mimica facciale e gesti.
- Formulare le domande in modo non troppo articolato, una alla volta.
- Rassicurare il malato se non riesce a comprendere quello che gli stiamo dicendo e lodarlo quando, invece, capisce: questo accrescerà il suo coinvolgimento e la sua autostima.
- Non innervosirsi o spazientirsi se dà risposte apparentemente insensate o ha reazioni negative.
- Non rimproverare né criticare.
- Ascoltare in modo partecipe.
- Evitare le comunicazioni a più voci, che potrebbero confondere il malato: meglio interagire con lui una persona alla volta.
Come rendere l'ambiente domestico sicuro e a misura del malato
Prendersi cura di una persona con demenza significa anche costruire intorno a lei un ambiente rassicurante e protetto. Vivere in uno spazio tranquillo e a misura delle sue esigenze rappresenta, infatti, una risorsa terapeutica importantissima per il malato.
In dettaglio, l'ambiente domestico dovrebbe:
- garantire la sicurezza dell'anziano;
- aiutarlo a orientarsi;
- contribuire al mantenimento delle abilità funzionali residue;
- favorire il controllo dei disturbi comportamentali.
Ecco alcune indicazioni utili per riorganizzare l'ambiente e adattarlo alle specifiche necessità della persona con demenza, compatibilmente con la situazione abitativa e con le condizioni familiari. Esaminiamo le principali:
- eliminare le fonti di pericolo: è consigliabile togliere o fissare al pavimento i tappeti per prevenire le cadute dell’anziano e conservare gli oggetti pericolosi (rasoi, forbici, coltelli, detersivi e farmaci) lontano dalla portata del malato.
- Semplificare al massimo la disposizione dei mobili e degli oggetti, limitando il più possibile quelli ingombranti per ridurre gli ostacoli al cammino.
- Posizionare gli oggetti di uso quotidiano sempre nello stesso posto ed evitare i cambiamenti per non confondere il malato.
- Utilizzare indicazioni segnaletiche, per esempio dei disegni da posizionare sulle porte, per aiutare l'anziano a orientarsi tra le stanze.
- Rimuovere gli oggetti che possono essere causa di allucinazioni: è utile, per esempio, coprire gli specchi, perché spesso l'anziano con demenza non è in grado di riconoscere la sua immagine riflessa, quindi può convincersi che in casa ci sia un estraneo e agitarsi.
- Assicurarsi che le stanze siano ben illuminate.
- Eliminare gli stimoli fastidiosi per il malato, come i rumori di sottofondo e i suoni disturbanti, per esempio quelli della televisione o della radio.
I consigli per aiutare un malato a dormire
Tra le problematiche che frequentemente si associano alla demenza ci sono l'insonnia e i disturbi del sonno causati dall'alterazione del ritmo sonno-veglia. Spesso il malato tende a dormire di giorno e a restare sveglio durante la notte. Può anche accadere che nelle ore notturne sia iperattivo, si alzi dal letto, parli o chieda di uscire, affaticando molto la persona che lo assiste. L’agitazione notturna è uno dei sintomi della sindrome del tramonto, che nei malati di Alzheimer e demenza determina alterazioni del comportamento che si manifestano al calare del sole.
Come aiutare un anziano con demenza a dormire? Prima di tutto, occorre verificare se l'insonnia è dovuta a bisogni da soddisfare o a disturbi fisici che creano disagio come freddo, fame, sete, dolore o urgenza di andare in bagno.
Durante il giorno, è utile tenere occupato il malato con attività che lo impegnino ed evitare i sonnellini pomeridiani, in modo che la sera sia più stanco e avverta la necessità di riposare. È importante anche fare in modo che, prima di andare a dormire, non assuma bevande stimolanti come tè e caffè, così come assicurarsi che la sua stanza sia tranquilla e priva di rumori o luci esterne che possono ostacolare il riposo.
Naturalmente, se i disturbi del sonno persistono è bene informare il medico perché possa valutare la situazione e suggerire le soluzioni più efficaci. Come per tutti i medicinali, è fondamentale seguire scrupolosamente le terapie prescritte, non somministrare al malato farmaci per dormire senza prescrizione e non sospendere o aumentare arbitrariamente i dosaggi di quelli che sta già assumendo.
Come calmare un malato di demenza senile
L'anziano con demenza può manifestare episodi di aggressività, rabbia o nervosismo. Come calmarlo? Ci sono alcune accortezze che è utile adottare.
Se il malato si mostra irritabile, per esempio perché è infastidito da attività che non gradisce, è preferibile non rimproverarlo e non forzarlo a eseguirle, ma rimandarle a un momento in cui sarà più tranquillo.
Come ricorda la già citata Federazione Alzheimer Italia, può accadere che l'anziano cammini senza uno scopo e senza meta in preda a un impulso incontrollabile (vagabondaggio) oppure che compia gesti o abbia comportamenti ripetitivi senza motivo (affaccendamento). In questi casi è preferibile non ostacolarlo e non cercare di farlo smettere: questo atteggiamento, infatti, potrebbe aumentare la sua agitazione. Meglio assecondare il suo bisogno, assicurandosi che si muova in un ambiente sicuro e che non utilizzi oggetti pericolosi. Può essere utile anche proporgli attività piacevoli che lo distraggano dal suo girovagare.
È anche importante evitare bruschi cambiamenti di ambiente, che potrebbero favorire il vagabondaggio, e prestare la massima attenzione ogni volta che si rende necessario un trasferimento, per esempio in occasione di un ricovero in ospedale: allontanare l'anziano dal suo spazio protetto potrebbe, infatti, contribuire a scatenare deliri e allucinazioni.
Spesso, come si legge sul sito “Una mappa per le demenze” della Regione Veneto, le persone con demenza soffrono di deliri e allucinazioni che le portano a vedere o sentire cose che non ci sono o a credere che stia accadendo qualcosa che esiste solo nella loro testa: ad esempio, possono convincersi che un loro caro li stia derubando.
Queste credenze possono trasformarsi in vere e proprie fissazioni. In tal caso, è importante non smentire il malato, non discutere con lui, non deriderlo né cercare di farlo ragionare: queste reazioni, infatti, accrescerebbero solo la sua rabbia e il suo nervosismo. Meglio farlo sentire compreso, tranquillizzarlo e riportarlo con tatto alla realtà con atteggiamento rassicurante e protettivo.
Un aiuto per i familiari dei malati di demenza senile: i servizi di PrivatAssistenza
Accudire un proprio caro malato di demenza senile è un compito estremamente gravoso per i familiari, che devono riorganizzare completamente il loro quotidiano e gestire un carico emotivo fatto di dolore e sofferenza. Rivolgersi a realtà specializzate in assistenza domiciliare, quindi, può essere di aiuto per affrontare una malattia che stravolge l'esistenza sia dei malati che delle loro famiglie.
Tra queste c'è PrivatAssistenza, prima rete nazionale di assistenza domiciliare ad anziani, malati e disabili con oltre 200 centri in tutta Italia.
PrivatAssistenza può fornire sostegno alle persone con demenza senile e Alzheimer grazie a un team di operatori socio-assistenziali, come badanti e OSS, e di operatori sanitari, come infermieri e fisioterapisti.
Tra i servizi offerti da PrivatAssistenza ci sono anche la terapia occupazionale domiciliare per i malati di Alzheimer, un percorso riabilitativo che punta a favorirne l'autonomia e il benessere, e la consulenza psicologica a domicilio, utile per rallentare il declino nei pazienti con demenza, grazie alla stimolazione cognitiva, e per aiutare i caregiver a gestire lo stress legato all'impegno di cura.
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