Chiunque si trovi a condividere la quotidianità con un parente non autosufficiente sa quanto possano diventare difficili da gestire anche le più piccole azioni delle vita di tutti i giorni. La condizione di non autosufficienzariguarda prevalentemente la popolazione anziana: secondo quanto rilevato dal Rapporto Censis - Tendercapital, nel 2019 in Italia gli over 65 non autosufficienti hanno superato quota 2,8 milioni, l’81% del totale dei non autosufficienti.
Sempre secondo il Rapporto, inoltre, il rischio di andare incontro a gravi limitazioni funzionali è direttamente proporzionale all’età: supera il 40% dopo la soglia degli 80 anni.
Il risultato è una crescita del fabbisogno assistenziale, che spesso mette sotto pressione il nucleo familiare. In 7 casi su 10 l’impegno ricade su mogli e figlie, mentre quando la famiglia non è in grado di provvedere direttamente alla gestione del soggetto non autosufficiente il compito di assistenza viene affidato a figure esterne, come ad esempio le badanti: queste ultime sono circa 1 milione per una spesa annuastimata in circa 9miliardi di euro.
La buona notizia è che per fronteggiare questo tipo di impegno economico le famiglie possono contare su un sistema di detrazione delle spese di assistenza domiciliare. Grazie a queste agevolazioni, chi si fa carico dei costi per l’assunzione di una badante o di personale specializzato in servizi infermieristici vedrà alleggerirsi l’onere fiscale. Vediamo insieme a chi sono rivolte e che tipo risorse mettono in campo.
Chi ha diritto a beneficiare degli sgravi per l’assistenza domiciliare?
Prima di osservare da vicino le detrazioni disponibili a supporto delle spese destinate all’assistenza domiciliare è importante fare chiarezza su chi ne ha diritto: queste soluzioni, infatti, vengono destinate sia al beneficiario diretto, che al familiare che si fa carico di tutti i costi.
In generale, gli sgravi sono destinati alle persone non autosufficienti nello svolgimento di attività quotidiane come l’assunzione di alimenti, l’espletamento delle funzioni fisiologiche, la deambulazione e la cura dell’igiene personale. Questa condizione viene attestata da un certificato medico che ne attribuisce la causa a una o più malattie invalidanti.
Poiché l’assistenza domiciliare viene assimilata alle attività di colf o baby sitter, alcune forme di sgravio, come vedremo, sono rivolte anche a persone che non hanno problemi di autosufficienza.
Quali sono le tipologie di sgravi per alleggerire le spese di assistenza domiciliare?
Le principali agevolazioni per le spese legate all’assistenza domiciliare di persone non autosufficienti contemplano due strumenti fiscali: deduzioni e detrazioni. Vediamoli insieme:
- Parliamo di deduzione fiscale quando un onere specifico (in questo caso le spese di assistenza domiciliare) viene sottratto dal reddito primitivo andando ad abbassare il reddito imponibile, cioè quello su cui viene effettivamente calcolata la tassazione: in questo caso, dunque, avremo una riduzione delle tasse da pagare.
- Quando si fa riferimento alle detrazioni fiscali, invece, si intende uno sgravio che interviene in una fase successiva rispetto alle operazioni di deduzione: le spese che vengono portate in detrazione, infatti, vanno a ridurre la somma da corrispondere per un determinato tributo.
Le spese portate in deduzione, quindi, riducono la base su cui vengono calcolate le tasse da pagare, mentre le spese detraibili abbassano direttamente l’ammontare delle tasse da versare.
Fatta questa precisazione, passiamo in rassegna gli strumenti a sostegno delle famiglie che, per la cura di un parente non autosufficiente, si fanno carico dell’assunzione di una badante o che sostengono spese mediche specifiche. Come vedremo, le formule principali sono tre:
- deduzioni fiscali per i servizi domiciliari;
- detrazioni fiscali per l’assunzione di personale;
- una serie di misure speciali destinate a spese mediche e di assistenza specifica.
Deduzioni fiscali per i servizi domiciliari
Questa forma di sgravio riguarda i contributi versati da chi assume addetti ai lavori domestici e, come abbiamo visto, si applica al reddito imponibile. Nello specifico, le spese sostenute per i contributi previdenziali di colf o badanti sono deducibili dal reddito primitivo fino a un tetto di 1.549,37 euro.
Se quindi una famiglia procede all’assunzione di una badante, i contributi che le vengono versati andranno a ridurre la base su cui verrà calcolata la quota di IRPEF da versare.
Questa agevolazione fiscale rientra tra gli sgravi plurivalenti, destinati dunque a più categorie di contribuenti: sebbene la misura non sia espressamente destinata all’assistenza domiciliare di una persona non autosufficiente, va comunque a beneficio di chi ha in carico un parente disabilee provvede a sostenere direttamente le spese per l’assunzione di personale specifico.
I cittadini interessati ad accedere a questa agevolazione dovranno presentare all’Agenzia delle Entrate le ricevute di pagamento che certifichino:
- il regolare svolgimento dell’attività prestata dall’assistente domestico con il dettaglio delle ore di lavoro;
- i dati anagrafici di lavoratore e datore di lavoro.
Detrazioni fiscali per l’assunzione di personale
A differenza di quella appena vista, questa misura è strettamente legata al vincolo della non autosufficienza, nel senso che è rivolta esclusivamente a chi sostiene spese per l’assistenza personale di un soggetto con limitazioni funzionali.
Nello specifico, l’agevolazione consente di ottenere una detrazione pari al 19% dal reddito imponibile fino a un massimo di 2.100 euro l’anno.
Questa soluzione è destinata solo ai contribuenti che non abbiano dichiarato un reddito superiore ai 40.000 euro annui.
Precisiamo, inoltre, che i destinatari di questo sgravio possono comunque portare in deduzione le spese sostenute per il pagamento dei contributi del personale assunto per i servizi di assistenza domestica, ovvero l’opzione vista nel punto precedente.
La detrazione delle spese di assistenza domiciliare spetta anche se il servizio viene svolto da:
- una casa di cura o di riposo;
- una cooperativa di servizi;
- un’agenzia interinale.
Come nel caso delle agevolazioni per la deducibilità fiscale, anche per beneficiare della detrazione per le spese di assistenza domiciliare sarà necessariopresentare le ricevute di pagamento degli interventi assistenziali, i contratti di assunzione e i dati anagrafici del lavoratore e del datore di lavoro. Se la spesa di assistenza è sostenuta per un familiare, la documentazione deve contenere anche dati anagrafici e codice fiscale di quest’ultimo. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito dell’Agenzia delle Entrate.
Spese mediche e assistenza specifica
Tra le possibilità a sostegno delle famiglie rientrano anche le misure speciali dedicate a spese mediche e assistenza specifica,come ad esempio interventi riabilitativi post infortunio o servizi fisioterapici a domicilio.
Questi interventi puntano ad alleggerire gli oneri fiscali di chi sostiene spese mediche o di assistenza specifica a beneficio di persone sottoposte ad assistenza infermieristica o riabilitazione e sono detraibili nella misura del 19%. In caso di comprovata condizione di disabilità (da parte di un’apposita commissione medica dell’Asl) è prevista la deducibilità dell’intera somma.
Nuove agevolazioni per i datori iscritti a Cassacolf
Un’ulteriore possibilità di contributo è prevista per chi, avendo alle sue dipendenze personale domestico, è iscritto a Cassacolf, la cassa dei lavoratori domestici. Tra gli strumenti che quest’ultima mette a disposizione dei datori di lavoro, in caso di sopraggiunta non autosufficienza, ci sono due nuove prestazioni pensate per agevolare l’assunzione di un caregiver edentrate in vigore il 1°luglio 2021:
- un rimborso spese da 300 euro al mese per coprire una parte dei costi sostenuti per pagare la badante: questa soluzione prevede che il datore di lavoro, diventato non autosufficiente, abbia maturato almeno un anno di contribuzione alla cassa. Il datore deve inoltre aver effettuato l’iscrizione a Cassacolf quando aveva meno di 67 anni ed era in condizioni di autosufficienza. La misura prevede al massimo 12 mesi consecutivi di indennità per un massimo di 3.600 euro.
- Un rimborso una tantum del valore di 300 euro per coprire in parte i costi di sostituzione maternità della badante assunta. Anche in questo caso è necessario aver maturato un anno di contribuzione continuativa a Cassacolf e presentare la certificazione di maternità della lavoratrice e il contratto di assunzione del sostituto.
I servizi di assistenza domiciliare di Privatassistenza
Se hai bisogno di sostegno nella gestione di un parente non autosufficiente, puoi rivolgerti con fiducia alla rete PrivatAssistenza che, grazie a operatori esperti e qualificati distribuiti in oltre 200 centri in tutta Italia, rappresenta da più di 25 anni un prezioso punto di riferimento per le famiglie italiane.
Per l’assistenza domiciliare di anziani o disabili Privatassistenza dispone di personale altamente specializzato in grado di offrire una gamma di servizi ampia e personalizzabile, sia a casa che in ospedale: alzata del mattino, igiene quotidiana, assistenza al pasto, veglia notturna, oltre che assistenza infermieristica, fisioterapica e riabilitativa.
I nostri centri, inoltre, assicurano interventi continuativi, anche nei festivi, e garantiscono una reperibilità 24 ore su 24. Tra i servizi di Privatassistenza c’è anche il supporto nella scelta e nell’assunzione di una badante, un iter non semplice da condurre in autonomia. Contatta il centro Privatassistenza più vicino a casa tua.