Il diabete è una patologia cronica legata all’iperglicemia, cioè all’aumento dei livelli di glucosio nel sangue. A soffrire di questa malattia – secondo i dati Istat citati dal 14th Italian Barometer Diabetes Report – sono oltre 3 milioni e mezzo di italiani, prevalentemente anziani: questa specifica fascia di popolazione viene colpita dal diabete di tipo 2 la cui incidenza, sempre secondo questa ricerca, a livello nazionale è pari al 7,6% della popolazione adulta.
Tra gli aspetti più complessi legati al diabete c’è l’importanza di intervenire tempestivamente per evitare l’insorgere di complicanze. È dunque fondamentale riconoscere subito le prime avvisaglie, anche se non è sempre facile: spesso, infatti, i segnali riconducibili a questa patologia rischiano di passare inosservati. Scopriamoli meglio in questo approfondimento dedicato a tutto ciò che c’è da sapere su questa malattia.
Cos’è il diabete?
Il diabete, noto anche come diabete mellito, è uno stato patologico che si manifesta quando il pancreas non produce abbastanza insulina, un ormone fondamentale per il metabolismo dei carboidrati.
La scarsa produzione di insulina o la mancata risposta dell’organismo alla sua presenza portano a un accumulo di glucosio nel sangue: questo fa sì che i reni lavorino troppo per poter filtrare e assorbire lo zucchero in eccesso.
Quest’ultimo verrà così espulso tramite le urine che presenteranno, a loro volta, un’elevata concentrazione di zuccheri: da qui deriva la definizione di “mellito”, dal latino mellitus, ossia “dolce come il miele”, caratteristica che nel mondo antico veniva attribuita proprio alle urine dei diabetici.
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Quanti tipi di diabete esistono?
Le forme di diabete sono due e in entrambi i casi le cause vanno ricercate nella combinazione di fattori genetici, come ad esempio la familiarità, con fattori ambientali, come la sedentarietà e le abitudini alimentari.
Nel diabete di tipo 1 la secrezione insulinica è totalmente assente, mentre il diabete di tipo 2 comporta una minore sensibilità all’insulina da parte dei tessuti bersaglio (fegato, muscolo e tessuto adiposo). A questa condizione può accompagnarsi una minore produzione di insulina da parte del pancreas.
In entrambi i casi, il diabete può manifestarsi in modo silente, scatenando una sintomatologia più netta quando la malattia è già in fase avanzata: ecco perché è bene non trascurare alcuni segnali che, soprattutto se concomitanti, possono portare a una diagnosi di diabete.
I sintomi del diabete 1
Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune che normalmente si manifesta in età giovanile, in particolare durante l’infanzia e l’adolescenza.
Ha un esordio improvviso che, soprattutto nei soggetti in età pediatrica, può presentarsi con la chetoacidosi, uno stato patologico determinato dalla rapida distruzione delle cellule beta-pancreatiche (che secernono insulina). Questa condizione è all’origine del rapido incremento degli zuccheri nel sangue e del conseguente smaltimento attraverso le urine.
La chetoacidosi è riconoscibile dai seguenti sintomi:
- vista offuscata;
- difficoltà di concentrazione;
- respiro pesante;
- alito acetonemico, dal caratteristico sentore di aceto;
- nausea e vomito;
- dolori addominali;
- sonnolenza;
- perdita di coscienza – nei casi più gravi – e talvolta coma.
Sebbene presenti un’evoluzione più graduale, nei soggetti adulti il diabete di tipo 1 ha comunque una manifestazione repentina e porta con sé sintomi acuti come:
- febbre;
- perdita di peso anomala;
- secchezza cutanea;
- maggiore sensibilità alle infezioni.
Esistono, inoltre, veri e propri campanelli d’allarme a cui prestare molta attenzione: è il caso dell’aumento di quantità delle urine (poliuria) e della frequenza delle minzioni. Non vanno trascurati, poi, l’aumento della sete (polidipsia) e la maggiore sensazione di stanchezza (astenia).
Nel medio e lungo periodo, il diabete di tipo 1 può manifestare anche delle complicanze come:
- disturbi a carico del sistema nervoso;
- visione offuscata;
- problemi renali;
- pressione alta;
- disturbi sessuali;
- sintomi vescicali e intestinali.
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I sintomi del diabete 2
Questa forma di diabete, che è la più diffusa, colpisce prevalentemente la popolazione anziana e spesso si manifesta in assenza di uno stile di vita sano e di corrette abitudini alimentari.
Riconoscere il diabete di tipo 2 è più complicato perché comporta sintomi meno evidenti. In generale, infatti, il paziente presenta un elevato valore di glicemia senza ulteriori sintomi.
Le manifestazioni più importanti del diabete 2, che si sovrappongono in parte a quelle che caratterizzano il diabete 1, sono tre: la poliuria, la polidipsia e l’astenia. Vediamole nel dettaglio.
Poliuria: quando aumenta il bisogno di urinare
Una delle alterazioni legate all’insorgenza del diabete è la poliuria, cioè l’aumento della frequenza con cui si va in bagno a urinare.
Questo disturbo, che viene diagnosticato quando la produzione giornaliera di urina supera i tre litri, è la conseguenza dell’eccesso di zuccheri nel sangue: per smaltirli, infatti, i reni sono costretti a eliminare una maggiore quantità di liquidi.
Polidipsia: perché aumenta lo stimolo della sete?
La diretta conseguenza della poliuria è l’aumento della sete: la polidipsia.
A fronte di una maggiore produzione di urine, infatti, l’organismo ha bisogno di contrastare il rischio di disidratazione assumendo maggiori quantità di liquidi e per farlo intensifica lo stimolo della sete.
Astenia: all’origine del senso di stanchezza e affaticamento
Un altro dei segnali a cui fare attenzione – se si sospetta una diagnosi di diabete – è l’intensificarsi della sensazione di stanchezza. A provocare l’astenia è l’alterazione del metabolismo degli zuccheri.
Questi ultimi, proprio a causa della scarsità dell’insulina, o della mancata risposta dell’organismo alla sua presenza, non vengono sintetizzati: il risultato è che l’organismo si ritrova privo di energia, il corpo si affatica e manifesta stanchezza e debolezza muscolare.
Ai disturbi che abbiamo appena elencato si aggiungono anche altri sintomi, tra cui:
- perdita di peso anomala;
- frequenti episodi di candida genitale accompagnati da prurito, come spieghiamo nell’articolo dedicato ai sintomi del diabete sulla pelle;
- guarigione rallentata delle ferite;
- occhi secchi.
Come viene diagnosticato il diabete?
Per effettuare una diagnosi di diabete, soprattutto nel caso del tipo 2, è necessario sottoporsi a un prelievo per rilevare il livello di glicemia: questo valore indica, infatti, la quantità di zuccheri nel sangue.
La condizione patologica viene diagnosticata in tre casi:
- in presenza di un valore di glicemia superiore a 126mg/dl confermato in almeno due giornate differenti;
- quando i valori di emoglobina glicata risultano superiori a 6.5% e vengono confermati da un secondo prelievo;
- se il paziente presenta già dei sintomi e il valore della glicemia è superiore a 200 mg/dl dopo la somministrazione per bocca di una soluzione a base di glucosio.
Come prevenire il diabete di tipo 1
Il diabete di tipo 1 non può essere prevenuto poichè sono ancora poco chiari i fattori di rischio che, combinandosi con la predisposizione genetica, generano questa reazione autoimmune.
Quello che è importante, in questo caso, è minimizzare il rischio di complicanze, che significa mantenere il più possibile stabili i valori della glicemia. Nello specifico, chi è affetto da questa forma di diabete dovrà imparare a gestire la malattia seguendo alcune regole:
- iniettare regolarmente l’insulina;
- seguire un corretto regime alimentare;
- svolgere attività fisica regolare;
- effettuare controlli periodici per monitorare la patologia;
- non fumare;
- effettuare la vaccinazione annuale contro l’influenza.
Come prevenire il diabete di tipo 2
Per quanto riguarda il diabete di tipo 2, quello più diffuso e che si sviluppa tendenzialmente in età adulta, una buona attività di prevenzione ne può sensibilmente ridurre l’insorgenza. Su questo fronte, nello specifico, è utile mantenere uno stile di vita sano, che significa:
- seguire un corretto regime alimentare (con pochi grassi e molte fibre);
- svolgere regolarmente attività fisica;
- evitare il fumo.
La prevenzione è particolarmente efficace per minimizzare il rischio di insorgenza del diabete di tipo 2. Studi internazionali come il Diabetes Prevention Program e il Finnish Diabetes Prevention Study hanno dimostrato che sane e corrette abitudini alimentari, abbinate all’esercizio fisico, permettono di ridurre il rischio di diabete di tipo 2 del 58-60% nei soggetti a rischio.
Ricordiamo, inoltre, che tra i fattori che incidono maggiormente sull’insorgenza del diabete di tipo 2 rientrano:
- età superiore ai 45 anni;
- sovrappeso;
- vita sedentaria;
- familiarità di primo grado con soggetti diabetici;
- episodi di diabete gestazionale nelle donne in gravidanza (si tratta di un’alterazione della regolazione del glucosio che può manifestarsi durante la gravidanza: normalmente regredisce dopo il parto, ma può ricomparire dopo diversi anni come diabete di tipo 2);
- glicemia a digiuno alterata (tra 110 e 125 mg/dl);
- ipertensione;
- intolleranza al glucosio;
- appartenenza a gruppi etnici ad alto rischio (ispanici, asiatici, africani).
Diabete e anziani
Come abbiamo visto, la fascia di popolazione maggiormente colpita dal diabete di tipo 2 è quella degli anziani: dati Istat riportati dalla Società Italiana di Diabetologia nel report “Il diabete in Italia” evidenziano che il 20,3% dei diabetici ha più di 75 anni.
Proprio gli anziani, inoltre, sono maggiormente esposti al rischio di complicanze tra cui:
- insufficienza renale;
- retinopatia, una patologia chedanneggia i vasi sanguigni della retina (il tessuto nervoso che riveste la superficie interna dell’occhio): in base all’area colpita, questo disturbo può causare danni più o meno gravi alla vista e può portare anche alla cecità.
- neuropatia, una condizione che danneggia i nervi o gli organi interni innervati e si manifesta con formicolii, dolori e riduzione della sensibilità a livello di piedi e gambe. Può sfociare nella comparsa di ulcere cutanee che, se non trattate opportunamente, rischiano di infettarsi e generare una cancrena (piede diabetico).
Come abbiamo detto, uno stile di vita sano è la prima regola per prevenire il diabete di tipo 2. In particolare nei soggetti anziani, è fondamentale contrastare la sedentarietà attraverso un regolare movimento (adatto alle condizioni fisiche e di salute della persona) e mantenere sotto controllo il peso grazie a un regime alimentare salutare, con prevalenza di cibi ricchi di fibre.
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