Secondo uno studio prodotto dall’istituto italiano Marco Negri, vi sarebbe una stretta connessione tra alimentazione e sviluppo della demenza senile. Sembra infatti che per i soggetti più anziani (in questo caso si parla di over 70 e 80) una dieta varia ed equilibrata sia la prima arma di prevenzione nei confronti della demenza da anzianità.
La ricerca pubblicata sulla rivista “Clinical Nutrition” è stata sviluppata su un campione di 1390 soggetti già affetti da senilità e altri 512 che ancora non avevano sviluppato la malattia, monitorati nelle abitudini alimentari per un totale di 12 anni.
I risultati mostrano evidentemente come per coloro che avevano una dieta più monotona e carente nella qualità e quantità di macronutrienti la possibilità di sviluppare una regressione celebrale fosse maggiore. E allo stesso modo, per i soggetti che seguivano una dieta varia o in particolare una dieta di tipo mediterraneo l’insorgere della demenza era molto più raro o quantomeno posticipato.
Perché la dieta mediterranea aiuta a prevenire la demenza senile
Ovviamente non bisogna pensare alla buona alimentazione o alla dieta mediterranea come ad una cura per la demenza senile. In questo caso quello che conta e l’adozione di questi stili alimentari come armi di prevenzione in grado di evitare il deterioramento celebrale.
Per capire l’importanza di queste forme di prevenzione basti pensare che il numero delle persone sopra i 100 anni d’età nel dopoguerra era appena superiore a cento. Ad oggi, le persone ultracentenarie sono più di 15.000 e la salvaguardia delle loro condizioni di salute non è affatto un compito facile. Soprattutto se si considera che il tasso di demenza senile a quell’età è di ben il 50%.Quindi, considerando questo innalzamento nelle aspettative di vita, è bene sviluppare il prima possibile delle abitudini che possono permettere un sereno invecchiamento.
Per questo ricordiamo che non è mai troppo tardi per iniziare ad adottare uno stile alimentare più salutare. Infatti, secondo diversi studi, l’adozione della dieta mediterranea può avere effetti positivi anche in età avanzata, migliorando in poco tempo la salute generale dell’organismo.
Qualità degli alimenti: l'arma vincente contro lo sviluppo della demenza
I risultati della ricerca hanno mostrato chiaramente che la dieta mediterranea (quindi la più diffusa in Italia) è tra le modalità di alimentazione più sane, in grado di prevenire concretamente il manifestarsi di una degenerazione del sistema cognitivo. Ma per quale ragione?
La risposta è da ricercare non solo nella qualità degli alimenti che compongono questa dieta ma anche nella loro qualità. Infatti, l’ampia varietà di nutrienti disponibili in un pasto mediterraneo, la loro alta qualità alimentare e la quantità leggermente maggiore forniscono sostanzialmente tutto il necessario per rispondere ai bisogni del proprio organismo.
Occorre infatti ricordare che il cervello, come tutti gli altri organi, ha bisogno di molti nutrienti per funzionare correttamente e sostenere il proprio carico di lavoro. In questo caso una determinata adeguatezza e varietà nella dieta sono aspetti fondamentali e molto spesso trascurati dai più anziani, che solitamente seguono diete monotone e poco ricche di componenti nutrizionali chiave per il buon funzionamento celebrale.
Il livello salutare della dieta mediterranea è dato in particolare da determinati alimenti cardine, come: cereali non raffinati, frutta, verdura, legumi e olio d’oliva; tutti prodotti molto nutrienti per l’organismo.
Allo stesso tempo, questa dieta si basa molto meno su alimenti più deleteri come latticini, alcool e carne, soprattutto se messa a confronto con gli altri regimi alimentari.
Meglio prevenire che curare: la dieta per evitare la demenza
Ovviamente non bisogna pensare alla buona alimentazione o alla dieta mediterranea come ad una cura per la demenza senile. In questo caso quello che conta e l’adozione di questi stili alimentari come armi di prevenzione in grado di evitare il deterioramento celebrale.
Per capire l’importanza di queste forme di prevenzione basti pensare che il numero delle persone sopra i 100 anni d’età nel dopoguerra era appena superiore a cento. Ad oggi, le persone ultracentenarie sono più di 15.000 e la salvaguardia delle loro condizioni di salute non è affatto un compito facile. Soprattutto se si considera che il tasso di demenza senile a quell’età è di ben il 50%.Quindi, considerando questo innalzamento nelle aspettative di vita, è bene sviluppare il prima possibile delle abitudini che possono permettere un sereno invecchiamento.
Per questo ricordiamo che non è mai troppo tardi per iniziare ad adottare uno stile alimentare più salutare. Infatti, secondo diversi studi, l’adozione della dieta mediterranea può avere effetti positivi anche in età avanzata, migliorando in poco tempo la salute generale dell’organismo.
In futuro, terapia e dieta andranno a braccetto
Dopo questa serie di dati raccolti che mostrano la relazione tra degenerazione celebrale e dieta ha portato gli esperti ad immaginare nuovi scenari. Si sta già pensando infatti determinate strategie di cura che includano anche una dieta da seguire.
Attualmente la ricerca sta analizzando determinati campioni per capire se vi sono determinanti genetici, metabolici e biochimici di malattia che possono essere influenzati dalla dieta in questa grande popolazione di anziani.
Per ora è ancora presto per poter parlare di valenza curativa anche se i risultati fanno ben sperare. Ciò che rimane innegabile è che un’alimentazione varia e uno stile di vita sano possono condurre direttamente ad un deterioramento più lento dell’organismo, funzioni celebrali comprese.