Disfagia: le indicazioni per gestirla

26 agosto 2024 Salute e prevenzione
Disfagia: le indicazioni per gestirla
Circa 6 milioni di italiani soffrono di disfagia, un disturbo che rende complessa la deglutizione di cibi e liquidi e che coinvolge maggiormente anziani e disabili.

Vediamo quali sono le problematiche più frequenti per le persone che soffrono di questo disturbo, quale dieta prediligere e quali accortezze seguire per assistere un paziente disfagico.
 

Cos’è e cosa provoca la disfagia


La disfagia è una patologia che impedisce alla persona colpita di compiere azioni normalmente associate al mangiare, come deglutire, ma anche masticare, bere succhiare o chiudere correttamente la bocca. A seconda della zona colpita si può distinguere tra disfagia orofaringea, che coinvolge la gola, e disfagia esofagea, causata da disturbi muscolari o diverticoli esofagei.

Spesso associata a malattie neurodegenerative e neurologiche come l’Alzheimer o il Parkinson, ma anche a condizioni tipiche dell’invecchiamento come ictus e tumori, la disfagia rende spiacevole il passaggio del cibo in gola per chi ne soffre, rendendo il momento del pasto molto lungo e difficoltoso. A causa di questo disturbo, infatti, alcuni residui di alimenti o liquidi possono finire nelle vie aeree, la salivazione aumenta eccessivamente e la persona sente la necessità di tossire molto spesso.

Inoltre, possono manifestarsi infezioni alle vie respiratorie oltre a importanti perdite di peso, dovute alle difficoltà incontrate per nutrirsi e il conseguente calo dell’appetito. Quest’ultima conseguenza è particolarmente rischiosa in quanto può portare a malnutrizione e altri disturbi causati dalla mancanza di una corretta dieta.
 

Cause e conseguenze del disturbo


Come abbiamo visto, tra le cause di tale disturbo, ci sono senza dubbio alcune patologie del sistema nervoso, ma non solo. La disfagia, infatti, può essere anche causata dal reflusso esofageo – che irrita l’esofago e rende spiacevole la deglutizione –, da alcune disfunzioni muscolari e problemi strutturali.

Qualunque sia la causa della disfagia, è fondamentale avere presente quali sono le possibili conseguenze del disturbo per poterne riconoscere i sintomi ed evitarle. Alla malnutrizione già citata, infatti, si affianca anche la possibile disidratazione causata da un’assunzione ridotta di liquidi.

Il rischio di soffocamento è un'altra conseguenza di cui tenere conto, causata da cibo o liquidi che per errore vengono incanalati nelle vie aeree, così come la polmonite ab ingestis, dovuta all’aspirazione accidentale di cibo o liquidi nelle vie respiratorie che possono causare infezioni e quindi polmoniti.
 

Come imboccare il paziente disfagico


Per evitare problematiche e incidenti è importante che chi supporta il malato conosca le tecniche e gli accorgimenti per assistere il paziente disfagico, che verrà seguito da un team multidisciplinare composto da medico di base, logopedista e altri specialisti come foniatra, fisiatra o otorino ma anche da infermieri e OSS.

Questi ultimi devono occuparsi rispettivamente: della corretta applicazione del piano terapeutico e della somministrazione dei pasti utilizzando le tecniche corrette per imboccare il paziente.

Vediamo alcuni suggerimenti da mettere in atto per rendere il momento del pasto il più piacevole e meno pericoloso possibile:
  • La persona che soffre di disfagia deve assumere una posizione adeguata, ovvero seduta con la schiena dritta, il capo sia leggermente piegato in avanti e i piedi appoggiati a terra. Anche in caso di allettamento, il busto deve essere dritto e quindi sollevato. Inoltre, l’OSS dovrà posizionarsi di fronte all’assistito prevenendo cambi di posizione improvvisi.
  • L’ambiente circostante deve essere tranquillo e non distrarre l’assistito
  • Il pasto deve essere consumato con calma, facendo bocconi di piccole dimensioni. Ogni boccone deve seguire la completa deglutizione di quello precedente. Da considerare è anche la resistenza del malato, che potrebbe stancarsi facilmente se il pasto dura eccessivamente
  • Ogni tanto è bene chiedere all’assistito di emettere alcuni colpi di tosse per evitare che del cibo rimanga in gola
  • Per evitare la possibile aspirazione del reflusso, la persona con disfagia deve rimanere con la schiena dritta per almeno quindici minuti dopo il pasto, a cui seguirà una corretta igiene orale.

Tutte queste indicazioni sono valide anche per l’assunzione dei farmaci.
 

Gli alimenti da prediligere per la disfagia


Anche la scelta degli alimenti deve essere attenta e pensata per le esigenze di ciascun paziente, che il logopedista comunicherà a chi si occupa dell’assistenza del malato. L’obiettivo, ovviamente, è una dieta sana ed equilibrata, composta da alimenti con consistenze adeguate.

Tra quelli consigliati, ci sono yogurt dalla consistenza liscia, semolino, crema di riso o patate lesse per quanto riguarda i carboidrati, mentre sono preferibili carne trita, pesce morbido per le proteine e in generale tutto ciò che ha una consistenza cremosa. Anche la frutta sarebbe meglio consumarla frullata.

Da evitare, invece, tutti i cibi dalle consistenze non uniformi con una parte liquida e una solida (minestrone, pastina), cibi troppo duri, appiccicosi o filanti, così come tutti gli alimenti che si sbriciolano facilmente. Anche la frutta, sia fresca che secca, di piccole dimensioni è sconsigliata.
 

PrivatAssistenza a supporto dei pazienti con disfagia


Gestire la disfagia è un’attività complessa, che richiede l’aiuto di operatori esperti. PrivatAssistenza offre un supporto concreto mettendo a disposizione di malati e famiglie figure come infermieri e OSS.

Se hai bisogno di supporto nella gestione di una persona disfagica, chiama il Centro più vicino a te.

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