Gli occhi della terza età: i disturbi da cui difendersi

7 giugno 2019 Salute e prevenzione
Gli occhi della terza età: i disturbi da cui difendersi

GLI OCCHI DELLA TERZA ETÀ: I DISTURBI DA CUI DIFENDERSI
Con l’invecchiamento, gli occhi possono diventare bersaglio di diversi disturbi, al di là delle più gravi (e note) patologie, come la retinopatia diabetica, il distacco della retina, il glaucoma e la degenerazione maculare. Seppur di inferiore impatto sulla salute dell’anziano, i “disturbi minori” vanno conosciuti e monitorati. Scopriamo insieme quali sono e che sintomi manifestano.

Già dalla mezza età, la presbiopia potrebbe iniziare a prendere piede. A causa di un cristallino meno flessibile, comporta la diminuita capacità di mettere a fuoco gli oggetti da vicino. Se, in questo caso, l’uso degli occhiali permette già di risolvere il problema, in molti altri casi non è così semplice.

Pensiamo, ad esempio, alle modificazioni della sclera, cioè la parte bianca degli occhi. Si può avere a che fare con un ingiallimento o inscurimento, a causa della prolungata esposizione a polvere, vento e luce ultravioletta; schizzi di pigmento casuali, frequenti nelle persone di carnagione scura; l’assottigliamento della mucosa sotto le palpebre, ossia la congiuntiva; maggiore trasparenza della sclera, con conseguente sfumatura bluastra.

A questi cambiamenti visibili dall’esterno, si aggiunge la secchezza oculare, a causa della ridotta produzione di lacrime e dell’incapacità di mantenere umida la superficie dell’occhio.

L’arco senile è un’altra patologia, tra le più frequenti dopo i 60 anni: questo deposito di sali di calcio e colesterolo appare come un anello grigio-biancastro al margine della cornea, anche se non influisce sulla vista in senso stretto.

Con l’invecchiamento, le conseguenze si possono misurare anche a livello muscolare. Nello specifico, l’indebolimento dei muscoli che fanno chiudere le palpebre, insieme al rilassamento dei tessuti e alla forza di gravità, possono portare a una condizione chiamata ectropion, cioè la rotazione verso l’esterno della palpebra inferiore, o l’entropion, con una rotazione verso l’interno e conseguente sfregamento delle ciglia col bulbo oculare. Possibile anche un suo arretramento, l’enoftalmo, causato invece dalla riduzione del grasso che circonda l’orbita, con possibili ricadute sulla visione laterale.

Anche i muscoli che regolano le dimensioni delle pupille si indeboliscono con l’età. I soggetti di età superiore ai 60 anni possono iniziare a percepire in modo poco definito gli oggetti o rimanere abbagliati dai cambi di luminosità. Questo è dovuto a un rimpicciolimento delle pupille e a una minore capacità di dilatarsi al buio.

Naturalmente tutti questi disturbi si presentano in maniera ancora più forte, se in concomitanza con cataratte, glaucomi o degenerazione maculare.

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