Negli ultimi anni si sta assistendo ad un costante aumento dei pazienti affetti da ipertensione; fenomeno diffuso in tutto il mondo occidentale e, nella maggior parte dei casi, provocato da una dieta troppo saporita. È risaputo come il sale sia in grado di far alzare i livelli della pressione arteriosa e per questo motivo occorre limitarne l’assunzione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ci dice che ne introduciamo il doppio rispetto alla quantità massima consentita e molto spesso lo facciamo senza rendercene conto.
Oltre la metà dei 6 grammi di sale che consumiamo giornalmente (il tetto massimo è di 3,75 grammi) è assunto indirettamente per mezzo di alimenti insospettabili: biscotti, dolci, cereali, salse, condimenti, pane, crackers, formaggi spalmabili, formaggio fuso a fette, verdure e carni in scatola, prodotti pronti da cuocere, alimenti impanati e molto altro ancora. Il dottor Gianfranco Parati, presidente della Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa, ci spiega perché un eccesso di sale comporta un incremento della pressione: “se c’è troppo sale nella dieta il sodio viene riassorbito a livello renale, richiamando liquidi e quindi aumentando il volume di sangue e di conseguenza la pressione”. Questo eccesso potrebbe provocare anche una demineralizzazione ossea e, di conseguenza, una maggiore probabilità di calcoli renali.
Come sempre va sottolineato che la sensibilità al sodio varia da persona a persona: alcuni lo tollerano maggiormente, altri invece sviluppano l’ipertensione con maggiore facilità. Se un eccesso di questo importante minerale è dannoso, è vero anche il contrario: attenzione a non abbassare eccessivamente la sua presenza nel sangue. Una carenza potrebbe provocare sonnolenza, stanchezza, spossatezza, debolezza e confusione mentale, tutti effetti direttamente connessi al calo di pressione, ma anche spasmi muscolari e convulsioni. Delle conseguenze si presenterebbero anche a livello celebrale dal momento che le connessioni neuronali hanno bisogno di una quantità minima di sodio per potersi attivare.
Per capire se siamo affetti da ipertensione occorrerà monitorare per 24 ore la pressione e la frequenza cardiaca. Se non si verifica il calo pressorio notturno e i battiti risultano accelerati probabilmente si è “ipersensibili” al sodio e maggiormente predisposti ad essere ipertesi (per ulteriori approfondimenti in questo senso consultare il proprio medico di base). Privatassistenza, grazie ai suoi servizi infermieristici a domicilio, permetterà a chi è solo o malato di ricevere un’assistenza professionale e puntuale direttamente a casa. Un monitoraggio pressorio preciso ad opera del personale sanitario di Privatassistenza che, da oltre 20 anni, si prende cura delle persone in difficoltà. Se un tuo famigliare ha bisogno di aiuto, affidati all’esperienza di Privatassistenza. Scopri il centro più vicino alla tua città e richiedi senza impegno tutte le informazioni.