Ipertrofia prostatica benigna e incontinenza: esercizi per combatterle
Tra i disturbi più comuni dell’ipertrofia prostatica benigna, ossia l’ingrossamento della prostata, troviamo l’incontinenza urinaria. Questa iperplasia non cancerosa determina una crescita della ghiandola prostatica, che tenderà a stringere l'uretra prostatica.
La chiusura eccessiva del canale urinario, determina quegli spasmi vescicali che possono favorire le perdite urinarie incontrollate. Queste, si presentano in particolar modo nel processo di riempimento della vescica, come durante mentre si dorme o si beve.
Per risolvere questo problema ci aiutano i farmaci, principalmente mirati a diminuire la resistenza dell’uretra prostatica, oltre ad essere disponibili sul mercato delle soluzioni acquistabili senza ricetta medica, come gli integratori. Il consiglio è comunque sempre quello di rivolgersi al proprio medico di famiglia per avere accesso alle terapie più appropriate.
Controllare l’incontinenza si può? Sì, anche con degli esercizi, che possono essere eseguiti perfino a casa, in ogni momento della giornata.
Ne esistono diversi ma quelli che generalmente rispondono alle esigenze di tutti sono due.
Nel caso di incontinenza legata allo sforzo, come nel caso di esercizi fisici o colpi di tosse, camminate o piegamenti in avanti (movimento che determina un aumento della pressione addominale), l’ideale è l’esercizio di Kegel.
Da ripetersi un centinaio di volte nel corso della giornata e consigliato anche alle donne per problematiche analoghe, consiste nel portare le ginocchia al petto dopo essersi sdraiati a pancia in su. Quindi, una volta rilassati addome e spalle, occorre stringere il muscolo anale per tre secondi e poi rilasciarlo. Il tutto, dev’essere eseguito con il completo rilassamento di tutto il corpo, dovendo lavorare solo il muscolo elevatore dell’ano e non glutei o gambe.
Nel caso, invece, dell’incontinenza da urgenza, la difficoltà è legata al fatto di non riuscire ad arrivare per tempo in bagno, indipendentemente da sforzi fisici. Si consiglia di procedere con l’esercizio di resistenza all’urgenza: buttare fuori tutta l’aria attraverso la bocca, appiattire e portare l’addome in dentro, come se l’ombelico volesse uscire posteriormente. Quindi, stringere il muscolo anale per 10 secondi, finché non passa lo stimolo di impellenza, dato che spesso non è legato a una vescica veramente piena.