Per chi si prende cura di un anziano o di una persona disabile il pasto può essere particolarmente critico e spesso richiede grande attenzione a causa del rischio di soffocamento da cibo. In particolare durante la terza età, infatti, è possibile andare incontro a difficoltà di masticazione e di deglutizione che possono creare problemi in tal senso.
Poiché gli episodi di soffocamento richiedono la capacità di agire in tempi rapidi, per badanti, OSS e caregiver è fondamentale essere preparati e sapere cosa fare: in questo articolo, dunque, parleremo della manovra antisoffocamento e passeremo in rassegna le principali accortezze da adottare per contrastare il rischio che un boccone vada di traverso.
Perché gli anziani possono essere più a rischio di soffocamento?
All’origine della maggior parte degli episodi di soffocamento negli anziani c’è la disfagia, un disturbo spesso collegato a patologie neurodegenerative come il Parkinson o l’Alzheimer, che rendono difficile la deglutizione.
Per chi soffre di questa condizione il pasto diventa un momento complicato, oltre che potenzialmente pericoloso, perché la disfagia aumenta il rischio che residui alimentari o liquidi finiscano nelle vie aeree. A causa delle difficoltà connesse all’assunzione di cibo, inoltre, la persona può andare incontro a carenze alimentari.
Naturalmente, la prevenzione in questi casi è cruciale e chi assiste un paziente disfagico dovrà mettere in pratica una serie di accorgimenti. Vediamo i principali:
- fare in modo che la persona consumi i pasti stando seduta con la schiena dritta, le braccia sorrette da sostegni e i piedi appoggiati a terra;
- stimolarla ad assumere un boccone alla volta, masticando lentamente;
- invitarla a emettere un colpo di tosse, di tanto in tanto, per accertarsi che non ci siano residui di cibo in gola;
- avere cura di non distrarla mentre mastica o deglutisce;
- fare in modo che resti seduta per almeno un quarto d’ora dopo aver mangiato per evitare che possa aspirare il reflusso gastrico o particelle di cibo ancora presenti in bocca;
- per il pasto scegliere sempre un ambiente tranquillo e ben illuminato.
Cosa fare in caso di sospetto soffocamento?
Se nonostante le precauzioni la persona rischia di soffocare a causa di un boccone andato di traverso, è molto importante non perdere la calma e capire in modo lucido cosa sta accadendo.
Il tempo a disposizione per valutare la situazione e intervenire non è molto, ecco perché chi assiste anziani e disabili dovrebbe saper riconoscere i segnali di un principio di soffocamento. Vediamo quali sono:
- la persona porta le mani al collo, fatica a respirare e produce suoni striduli;
- non riesce a parlare;
- emette una tosse molto debole;
- il viso, le labbra e le unghie assumono una colorazione bluastra a causa della mancanza di ossigeno;
- è possibile che perda conoscenza.
Il soffocamento può essere causato da un’ostruzione parziale o totale delle vie respiratorie: se l’assistito è in grado di rispondere, parlare, tossire e conserva capacità di respirare vuol dire che le vie aeree non sono totalmente bloccate. In questo caso, la prima cosa da fare è invitarlo a tossire con forza nel tentativo di liberarsi in modo autonomo dal corpo estraneo.
Come spiega l’Istituto Superiore di Sanità, se la tosse non risulta sufficiente bisogna invece procedere con la manovra di Heimlich, così come se si verifica un’ostruzione totale.
Vediamo insieme cos’è e come viene praticata questa tecnica di soccorso su un soggetto adulto.
Cos’è la manovra di Heimlich?
Nota anche come spinta addominale, questa tecnica salvavita deve il suo nome a Henry Heimlich, il chirurgo toracico che l’ha messa a punto. Viene praticata per evitare il soffocamento causato da cibo o da altri corpi estranei e consiste nella compressione del diaframma abbinata a una spinta verso l’alto: l’aumento della pressione intratoracica provoca un colpo di tosse che permette di liberarsi.
Questa manovra può essere eseguita sia su persone adulte sia su bambini con più di un anno, e va svolta su soggetti coscienti. Nello specifico, prevede cinque spinte sul diaframma alternate ad altrettanti colpi tra le scapole, assestati con il palmo della mano.
Come si pratica la manovra di Heimlich su un adulto?
Per intervenire con la manovra antisoffocamento è sempre opportuno avere un’adeguata preparazione. Questa tecnica, infatti, non va improvvisata, ma presuppone che chi la pratica abbia seguito un corso specifico e dunque sappia come muoversi.
Come spiegano gli esperti, se c’è un’altra persona disponibile bisogna chiedere a lei di chiamare i soccorsi mentre si agisce con la manovra. Se si è da soli con la vittima, invece, prima si interviene con la manovra, poi si chiede comunque l’intervento dei soccorsi.
Fatta queste doverose premesse, ecco come eseguire la manovra di Heimlich su un adulto cosciente secondo le indicazioni fornite dall’Istituto Superiore di Sanità:
- per prima cosa, incoraggiare la persona a tossire.
- Se la tosse non le permette di liberarsi, posizionarsi di fianco a lei e, sostenendola con una mano sul tronco, aiutarla a sporgersi in avanti per agevolare l’uscita del corpo estraneo dalla bocca. Fatto questo, assestare cinque energici colpi tra le scapole usando il palmo della mano.
- Se questa prima fase non porta all’espulsione del boccone andato di traverso, si procede con le compressioni addominali.
- Per effettuarle bisogna innanzitutto posizionarsi alle spalle della vittima, allargando le gambe per sostenerla in caso di svenimento. Successivamente si cingono entrambe le braccia attorno alla parte superiore dell’addome e si posiziona la persona leggermente in avanti.
- Fatto questo, si mette una mano chiusa a pugno tra l’ombelico e l’estremità dello sterno e, avvolgendola con l’altra mano, si effettuano delle brusche compressioni dal basso verso l’alto: per farlo in modo corretto può essere utile provare a eseguire i movimenti tracciando la forma di una “J”.
Questa operazione va ripetuta cinque volte, alternando cinque colpi tra le scapole e cinque compressioni addominali. Bisogna proseguire così finché l’ostruzione non si risolve o non arrivano i soccorsi precedentemente allertati.
Su una persona obesa, inoltre, le mani andrebbero posizionate un po’ più in alto rispetto alla procedura normale, ossia alla base dello sterno, effettuando delle compressioni toraciche: sarà comunque un corso specifico a indicare la modalità più corretta per eseguire la tecnica anche in questa circostanza.
Cosa fare se la persona non è cosciente?
Se la persona perde conoscenza, invece, è necessario interrompere la manovra di Heimlich appena vista e chiamare subito i soccorsi, se ancora non è stato fatto. Successivamente bisogna:
- farla adagiare sul pavimento in posizione supina (pancia in alto).
- Portare la sua testa all’indietro e controllare, all’interno della bocca, se il corpo estraneo è visibile e può essere rimosso. Nel caso in cui non sia possibile, si procede con la respirazione artificiale: il soccorritore deve quindi effettuare due insufflazioni di aria nella bocca della persona incosciente.
- Se dopo la respirazione artificiale il passaggio dell’aria è ancora bloccato, si parte con le compressioni toraciche esterne: per eseguirle si appoggiano le mani sull’addome della vittima, sovrapponendole l’una all’altra tra lo sterno e l’ombelico, e si esercita una brusca pressione verso il diaframma.
- Dopo aver praticato 30 compressioni toraciche si effettuano nuovamente due ventilazioni.
- Si procede così, alternando compressioni e ventilazioni, fino a che la persona non ricomincia a respirare in autonomia o non arrivano i soccorsi.
Precisiamo che, come per la manovra antisoffocamento, anche per eseguire correttamente la manovra di rianimazione cardiopolmonare RDP (quella che abbiamo appena visto) è fondamentale seguire corsi specifici tenuti da professionisti del settore. Solo in questo modo, infatti, è possibile ottenere tutte le competenze e le conoscenze necessarie.
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