Reni e ipertensione: uno stretto legame.
Si sente tanto parlare di ipertensione, delle sue cause e conseguenze, di prevenzione e alimentazione. Partiamo dalle definizioni: l’ipertensione è in sostanza un aumento della pressione esercitata dal sangue nell’apparato circolatorio. I fattori che possono aumentare questa forza includono un aumento del volume del sangue a causa di liquidi in eccesso nei vasi sanguigni, soprattutto se stretti, irrigiditi, o intasati.
Occorre prestare attenzione già in presenza di una massima di 130. Se ci troviamo con una pressione sistolica di 140 o superiore o una pressione diastolica che supera anche 90, allora parliamo di pressione alta, condizione potenzialmente molto seria per cui occorre sempre rivolgersi al proprio medico o ad uno specialista.
Ma i reni, cos’hanno a che fare con la pressione arteriosa? C’è un doppio filo che li lega: infatti l’ipertensione è sia causa sia conseguenza dell’insufficienza renale cronica. I reni controllano la pressione sanguigna attraverso gli ormoni renina-angiotensina, regolando la vasodilatazione e la vasocostrizione, determinando così, rispettivamente l’abbassamento e l’innalzamento pressorio.
Dall’altra parte, l’elevata pressione sanguigna danneggia i reni. Come? In generale, l’aumento pressorio implica una dilatazione dei vasi sanguigni di tutto il corpo, provocando cicatrici e indebolendo i vasi, inclusi quelli dei reni.
Infine, la funzionalità renale risulta ridotta, proprio in presenza di vasi sanguigni danneggiati. Così si va in contro ad un accumulo di scarti nel corpo, che a loro volta aumentano la pressione sanguigna.
Un pericoloso circolo vizioso, dunque, che è secondo solo al diabete tra le cause di insufficienza renale.
Sfortunatamente nella maggior parte dei casi l’ipertensione è asintomatica, o al più causare casi di emicrania, anche con aura, e lo stesso vale per le malattie renali, che in fase iniziale non mandano segnali d’allarme fino alla comparsa di edema. Questa condizione, che dipende dall’incapacità dei reni di liberarsi dei liquidi in eccesso, si manifesta solitamente nelle caviglie, gambe e piedi, o più raramente in viso e mani. All’aggravarsi della situazione a carico dei reni possono presentarsi:
- Aumento o diminuzione della minzione
- Nausea
- Difficoltà di concentrazione
- Perdita di appetito
- Sonnolenza o sensazione di stanchezza
- Vomito
- Problemi di sonno
E ancora:
- Dolore al petto
- Pelle secca
- Prurito generalizzato o intorpidimento
- Crampi muscolari
- Perdita di peso
- Fiato corto
- Mal di testa
L’insufficienza renale può essere diagnosticata attraverso esami delle urine e del sangue. Per verificare la funzionalità dei reni, occorrerà sottoporsi a una serie di test specifici:
Creatininemia (livello di creatinina nel sangue)
Proteinuria delle 24 ore
Azotemia
Tasso di filtrazione glomerulare (stima del volume di sangue che viene filtrato a livello dei glomeruli in un certo periodo di tempo)
Detto ciò, come si può contrastare il peggioramento della situazione a carico dei reni causata dall’ipertensione?
Semplicemente, cercando di abbassare la pressione sanguigna, affidandosi alle sapienti mani dello specialista.
In generale, sono due i farmaci che si sono dimostrati capaci di abbassare la tanto dannosa pressione alta e correlate problematiche a carico dei reni: gli enzimi inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE) e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina (ARB). In molti casi, questi farmaci non sono sufficienti, ragion per cui possono essere prescritti anche diuretici, beta-bloccanti e calcio-antagonisti.
In più, oltre ad affidarsi alle ricette mediche, occorre come sempre adottare uno stile di vita sano, all’insegna delle buone pratiche per la salute:
- Alimentarsi in modo sano
- Dedicarsi ad una costante e moderata attività fisica
- Mantenersi in normopeso
- Non fumare
- Gestire lo stress
- Monitorare la pressione e curarsi che non superi 140/90
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