La pandemia da Coronavirus ha avuto effetti negativi anche sui pazienti colpiti da malattie cardiovascolari. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria si calcola, infatti, che le morti per infarto in Italia siano cresciute del 14%, mentre le ospedalizzazioni siano diminuite del 26%.
Questo è senza dubbio dovuto all’interruzione di controlli e terapie; ci troviamo di fronte a quella che i medici non esistano a definire una “emergenza nell’emergenza”.
In Italia, infatti, i numeri legati alle malattie cardiovascolari e al loro tasso di mortalità erano già alti: sono le più diffuse nel nostro Paese e rappresentano la prima causa di ricovero, colpendo circa 5,5 milioni di persone, ma sono anche la prima causa di morte, con il 36% di tutti i decessi.
Altissimi sono anche i costi sanitari annessi: quelli diretti ammonterebbero a 16 miliardi di euro, quelli indiretti a 5.
Secondo medici e specialisti l’unica mossa vincente è la prevenzione, sia per i soggetti sani sia per coloro che hanno già subito un “evento cardiovascolare”.
In particolare, per quest'ultimi, è ancora più importante seguire uno stile di vita sano e controllare il colesterolo.
Proprio il colesterolo è da considerarsi il nemico numero uno del cuore. Questo non è, infatti, un semplice fattore di rischio, ma, la vera e propria causa di molte malattie cardiovascolari, portando all’ostruzione delle arterie e, di conseguenza, all’infarto.
I pazienti che hanno già avuto un infarto, dunque, devono essere consapevoli del fatto che, dopo le cure ospedaliere, dovranno convivere per sempre con la malattia. Questo comporta un completo cambio nelle abitudini e nello stile di vita, oltre alla necessità di seguire terapie continue, ovvero cure contro l’ipercolesterolemia. Al giorno d’oggi, la si combatte anche grazie a farmaci in grado di ridurre fino al 50% il livello di colesterolo, con un eccellente profilo di tollerabilità.
Secondo tutti gli specialisti, un’adeguata terapia, associata ad un corretto stile di vita, allontana senza ombra di dubbio la possibilità di andare incontro ad un secondo evento cardiovascolare.
In questo momento, in cui il Coronavirus ha reso difficile l’accesso ai controlli periodici, è ancora più importante che sia il paziente in prima persona a fare tutto il necessario per tenere sotto controllo il colesterolo: la terapia da sola, infatti, non è sufficiente e non sempre è possibile o consigliabile portare le persone più fragili nelle strutture ospedaliere. In tal caso, ci si può anche avvalere di appositi servizi sanitari a domicilio per anziani e malati.