Al giorno d’oggi è frequente, quasi abituale, che agli anziani vengano prescritte numerose medicine, tra diabete, cuore, colesterolo. Il pensiero comune è quello di garantirsi in questo modo una buona salute, cosa che però non è sempre vera. Troppe medicine, infatti, possono comportare un grosso pericolo per la salute, se assunte non osservando le indicazioni terapeutiche dei farmaci stessi e del medico curante.
Con un’aderenza terapeutica ridotta, non sorprende che l’assunzione di farmaci sia collegata ad un aumento del rischio di cadute e, data la fragilità dei soggetti, queste, anche se piccole, possono essere pericolose e arrecare danni, come una botta in testa o un osso rotto. Nelle peggiori delle ipotesi, l’esito potrebbe anche essere fatale.
È importante quindi fare attenzione, attenendosi ai bugiardini e alle indicazioni del medico curante.
Di quali farmaci si parla?
Di tutti i farmaci in commercio, quali sono quelli che possono causare cadute? L'elenco è lungo, ma tra i più comuni possiamo nominare antipertensivi, statine, antidepressivi e ansiolitici. La prescrizione di questi farmaci è aumentata in maniera rilevante negli ultimi vent’anni, mentre parallelamente è cresciuto anche il numero di cadute. Di conseguenza, anche la spesa sanitaria necessaria per gestire i traumi aumenta, insieme ai casi di morte, negli ultimi 20 anni raddoppiati per questa causa.
In generale, è necessario ridurre la prescrizione di medicinali non necessari. A titolo di esempio, in meno di 20 anni le prescrizioni di antidepressivi sono aumentate da 12 a 52 milioni.
I soggetti più a rischio
Tra i pazienti anziani, sono soprattutto le donne a ricevere il maggior numero di prescrizioni mediche e sono anche le più soggette a cadute. In particolare, le più colpite sono le donne sopra gli 85 anni: in 20 anni, si è registrato un aumento del 160% delle morti per cadute.Per questo motivo, uno degli argomenti su cui sta lavorando la geriatria è la de-prescrizione dei farmaci agli anziani, soprattutto gli antipertensivi. Occorre maggiore moderazione, soprattutto se gli anziani sono affetti da più malattie.
Conclusioni
Le linee guida internazionali per la giusta pressione arteriosa danno dei valori standard uguali per tutti, che siano giovani, anziani, sani o malati. Per questo motivo, con molti pazienti bisogna raggiungere il giusto equilibrio, cercando di evitare ripercussioni. Nessuna delle singole medicine è negativa in sé, né aumenta obbligatoriamente il rischio di cadute, il problema è se vengono mescolate più medicine in dosi elevate e senza poter controllare la corretta assunzione dei farmaci, caso tipico dell’anziano che vive solo, perché ancora indipendente.
Come fare quindi? L'anziano va studiato con attenzione, facendo una valutazione generale sul suo stato di salute, fisico, mentale e psicologico, affiancando i dati ad altre informazioni quali il livello di istruzione e il supporto sociale. Così facendo sarà possibile avere un’idea più realistica della capacità di aderenza alle terapie e, di conseguenza, della loro utilità.