Il numero di pazienti affetti da Parkinson in Italia è cresciuto negli ultimi 30 anni ed è destinato ad aumentare. Vediamo, in questo articolo, quali sono i numeri e i primi sintomi di questa diffusa malattia neurodegenerativa e i consigli per assistere al meglio il malato.
Una patologia molto diffusa
Il Parkinson è la seconda malattia neurodegenerativa più diffusa dopo l’Alzheimer, con circa 300mila persone colpite in Italia. Il numero di pazienti parkinsoniani è cresciuto negli ultimi anni, una situazione dovuta sia all’invecchiamento della popolazione sia ai progressi nella ricerca, che permettono di aumentare le diagnosi.
Comunemente associato agli anziani, in realtà il Parkinson colpisce verso i 45-55 anni, ed essendo una patologia cronica non mortale sono molti i pazienti anziani affetti da questa patologia. Ma cosa comporta?
La malattia: qualche informazione
La malattia di Parkinson è dovuta alla degenerazione della zona del cervello responsabile della produzione di dopamina e del coordinamento dell’attività motoria. Denominata anche malattia del movimento proprio per i suoi effetti, causa quattro principali sintomi in grado di identificare la presenza della patologia:
- Tremore
- Rigidità
- Instabilità posturale
- Lentezza nel compiere i movimenti
Tali segnali, a cui si può aggiungere anche la
difficoltà di linguaggio, si manifestano spesso in modo estremamente lento, tanto da rendere difficoltoso per il malato stesso riconoscere il cambiamento. Si unisce, a questo fattore, l’impossibilità di agire preventivamente e curare la malattia una volta riconosciuta. Non esiste, infatti, una cura per il Parkinson e la comparsa dei sintomi stabilisce come la degenerazione della malattia sia già avvenuta. Nonostante non esistano farmaci capaci di fra regredire la malattia, sono stati fatti passi avanti nel campo della riabilitazione. Vediamo quali sono le soluzioni.
L’importanza di famiglia e caregiver
Oltre a difficoltà di tipo motorio, che rendono difficoltosa la vita di tutti i giorni, il malato di Parkinson si trova spesso in una situazione psicologica particolarmente fragile. È comune, infatti, che i pazienti affetti dal Morbo affrontino la depressione e la solitudine causate dal ritiro dalla società.
Diventa quindi fondamentale una rete di sostegno, composto da famigliari – quando possibile – e professionisti per garantire al parente parkinsoniano la migliore assistenza possibile all’interno delle mura domestiche.
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