La solitudine degli anziani è un'emergenza sociale e un pericolo per la loro salute. Può essere legata a una condizione reale, per esempio se l'anziano vive da solo, oppure percepita. In tutti i casi, la solitudine si manifesta conuno stato d'animo negativo dovuto alla mancanza di relazioni significative e di sostegno e ha conseguenze gravissime sul benessere psico-fisico:può infatti causare depressione e demenza e aumentare il rischio di morte prematura.
Come combattere la solitudine degli anziani? Quali misure di supporto e assistenza possono essere utili? Ecco una guida per aiutarli a sentirsi meno soli e vulnerabili.
Solitudine: un problema anche per gli anziani autosufficienti
La solitudine negli anziani è spesso associata alla malattia e alla perdita di indipendenza. Un binomio particolarmente critico soprattutto dopo i 75 anni di età. Lo studio dell'Istat “Gli anziani e la loro domanda sociale e sanitaria anno 2019” ha evidenziato che in Italia, su una popolazione di riferimento di 6,9 milioni di over 75, oltre 2,7 milioni hanno gravi difficoltà motorie, comorbilità e una compromessa autonomia nelle attività quotidiane. Di questi, 1,2 milioni non possono contare su un aiuto adeguato alle proprie necessità.
Ma la solitudine non è una prerogativa esclusiva degli anziani non autosufficienti. Anche gli anziani autosufficienti possono sperimentare questa condizione dolorosa per diverse ragioni. Ad esempio perché vivono da soli, spesso dopo la morte del coniuge, non hanno figli o hanno perso i loro coetanei. Questi fattori indeboliscono la loro rete di supporto familiare e amicale. Anche le condizioni abitative e ambientali sfavorevoli, inoltre, possono ostacolare le relazioni e la partecipazione alla vita sociale, aggravando l’isolamento.
Una piaga resa ancora più drammatica dalla pandemia di Covid-19. Le restrizioni imposte per frenare i contagi, infatti, hanno acuito il senso di solitudine e di esclusione di una popolazione anziana già molto fragile.
Solitudine degli anziani e depressione
La solitudine degli anziani può compromettere pesantemente il loro benessere e la loro salute fisica e psicologica.
Uno dei principali rischi è rappresentato dalla depressione. Tra le voci più autorevoli che hanno evidenziato questo rapporto c'è John Cacioppo. Nelle sue ricerche Cacioppo, docente di psicologia all'Università di Chicago, ha mostrato che la solitudine degli anziani può influire sulla salute mentale e rappresentare un fattore di rischio per la depressione, come si legge su Uchicago News dell’Università di Chicago. L'isolamento fa aumentare i livelli di cortisolo, l'ormone dello stress, riduce il benessere percepito e può avere conseguenze anche fisiche. Tra queste, disturbi del sonno, ipertensione, riduzione della risposta immunitaria e maggiore rischio di morte prematura.
Altri studi hanno collegato la solitudine a problematiche come ansia sociale e disturbo ossessivo-compulsivo, come sottolinea il National Institute of Mental Health, e hanno evidenziato anche un’associazione tra solitudine, demenza e disturbi neurocognitivi.
Recentemente, la ricerca dell’Università della Calabria “Anziani e depressione: il ruolo della solitudine”, pubblicata nel 2017 sulla rivista “Psicogeriatria”, ha ribadito il legame tra solitudine degli anziani e depressione.
Dallo studio è emerso che la depressione è strettamente correlata a vissuti di solitudine che derivano dalla perdita di supporto sociale, pratico ma ancora di più emotivo.
Con l'avanzare dell'età, per le persone anziane diventa sempre più difficile coltivare relazioni. Il coniuge e i coetanei possono venire a mancare, i figli si trasferiscono, la malattia o la perdita di autonomia limitano la possibilità di muoversi.
Queste condizioni sgretolano la rete di supporto sociale intorno all'anziano, che non riesce più a soddisfare il suo bisogno di appartenenza a un gruppo e non può più contare sulla vicinanza psicologica dei suoi affetti.
La mancanza di sostegno emotivo scatena un senso di solitudine che aumenta il rischio di depressione, oltre che di declino cognitivo e demenze.
Come combattere la solitudine degli anziani
Per combattere la solitudine degli anziani è importante aiutarli a soddisfare i loro bisogni di supporto emotivo. In che modo? Spronandoli a coltivare relazioni e interessi per costruire intorno a sé una rete sociale di sostegno che li faccia sentire vitali e coinvolti. In una parola, non più soli.
Sono tante le attività ricreative che permettono di migliorare le interazioni e di contrastare non solo la solitudine, ma anche il decadimento cognitivo. Memoria, attenzione, concentrazione e coordinazione possono deteriorarsi come conseguenza naturale dell'invecchiamento, e l'isolamento può aggravare questo processo. Al contrario, stare in compagnia e mantenersi attivi ha effetti positivi sulla solitudine e agisce come fattore preventivo contro molte problematiche neurocognitive.
Le attività ricreative più indicate per gli anziani sono quelle più in linea con le loro passioni, inclinazioni e interessi. Ecco qualche esempio:
- Leggere libri e giornali;
- Giocare (fare puzzle, cruciverba, giochi da tavolo o giochi di carte);
- Praticare un'attività fisica, come ginnastica dolce o pilates;
- Dedicarsi ad attività musicali;
- Fare giardinaggio;
- Partecipare a laboratori manuali, di artigianato o di cucina;
- Prendere parte a laboratori di pet therapy per beneficiare del contatto con gli animali.
Queste attività favoriscono la socializzazione e allenano le funzioni cognitive. Rappresentano quindi un antidoto efficace per combattere la solitudine e rallentare il declino.
Anziani soli: il personale specializzato nell'assistenza
Contro la solitudine degli anziani è importante anche chiedere il supporto di personale specializzato, se necessario.
Purtroppo, non sempre la cura può essere assicurata daifamiliari, magari perché sono lontani o non hanno tempo sufficiente. Può anche succedere, inoltre, che la malattia renda necessarie terapie mediche che un parente non è in grado di garantire.
In tutti questi casi, ci sono operatori qualificati su cui poter contare, il cui obiettivo è permettere agli anziani di condurre una vita il più possibile autonoma e piena e supportarli con un'assistenza specialistica.
Quali sono le figure che possono essere di aiuto? Vediamole insieme.
La badante, un sostegno pratico e morale per la persona anziana
La badante è utile per fornire assistenza domestica a persone anziane autosufficienti che hanno bisogno di aiuto per le loro attività quotidiane, ma anche per prendersi cura di anziani non autosufficienti che necessitano di un'assistenza domiciliare mirata.
Le mansioni più comuni includono le cure igieniche, la spesa, la preparazione e la somministrazione dei pasti, la pulizia della casa.
Tra i suoi compiti rientrano anche ricordare all’assistito di seguire le terapie prescrittee accompagnarlo in tutte le uscite esterne, dalle visite mediche agli incontri ricreativi e di svago con gli amici.
È quindi una figura preziosa, che fornisce assistenza pratica, ma anche un supporto per la socializzazione. Assicura, infatti, un sostegno materiale e morale che aiuta l'anziano a mantenersi attivo e a non cadere nella trappola dell'apatia e dell'isolamento. Per questo, è importante che la badante sia selezionata con cura, per individuare quella più adeguata alle proprie esigenze e ai bisogni del proprio caro.
L'infermiere, per le cure mediche specialistiche domiciliari
Se c'è bisogno di cure mediche specialistiche, può essere utile ricorrere a un infermiere che presti assistenza sanitaria domiciliare. Questo tipo di supporto è indicato soprattutto per gli anziani non autosufficienti o che hanno problemi di deambulazione. L'infermiere a domicilio si prende cura della loro salute a casa, senza bisogno di un ricovero ospedaliero o di visite ambulatoriali.
Tra gli interventi che l'infermiere può garantire rientrano la somministrazione di una terapia iniettiva, l'applicazione di cateteri, il trattamento di ustioni, ferite chirurgiche, piaghe da decubito, le cure dopo le dimissioni post-operatorie. L'infermiere professionale è la figura di riferimento anche in presenza di problematiche di salute come morbo di Alzheimer, Parkinson, demenze, che richiedono un'assistenza sanitaria specializzata a domicilio.
Il ruolo dell'OSS nell'assistenza agli anziani
L'OSS (Operatore Socio Sanitario) è un'altra delle figure che possono prestare cure a domicilio. Fornisce un'assistenza di base trasversale a diversi ambiti, sociali e sanitari. L'OSS aiuta l'anziano nelle attività quotidiane e nella cura della persona, lo supporta nell'assunzione di medicinali, socializza con lui e facilita le sue attività relazionali.
Rappresenta quindi un sostegno importante per tutti i bisogni, sia pratici e sanitari, che di natura sociale ed emotiva. È la figura giusta se l'anziano ha bisogno di assistenza, anche di tipo sanitario, ma non di cure specialistiche, perché a differenza dell'infermiere non può svolgere mansioni di competenza medico-infermieristica.
Come aiutare gli anziani soli: a chi rivolgersi
Dove trovare personale qualificato per l'assistenza agli anziani soli?
Puoi rivolgerti a PrivatAssistenza, network specializzato nell'assistenza domiciliare ad anziani e malati dal 1993.
Da 30 anni Privatassistenza offre un'ampia gamma di servizi personalizzati agli anziani che hanno bisogno di sostegno e cure specialistiche a domicilio.
Tutti i servizi sono su misura, concordati con le famiglie e modificabili in caso di necessità.
Per richiedere una visita domiciliare gratuita e un piano di assistenza personalizzato, puoi contattare il centro Privatassistenza più vicino.
La solitudine degli anziani è un problema diffuso, che mina il loro equilibrio e la loro salute. Tuttavia, con adeguati interventi di sostegno e l'aiuto concreto di operatori qualificati, è possibile prendersi cura del loro benessere.