Stimolare l’appetito negli anziani: come fare?

6 aprile 2022 Salute e prevenzione
stimolare appetito anziani

L’inappetenza è un problema che tende a manifestarsi con l’avanzare dell’età e chi si prende cura di persone anziane lo sa bene: spesso, la mancanza di appetito – associata, in molti casi, a una vera e propria repulsione verso il cibo – è una delle criticità maggiori da gestire, soprattutto perché è una condizione che può mettere a repentaglio lo stato di salute dell’anziano. Come vedremo, infatti, a prescindere dalle cause che ne sono all’origine, questa situazione rischia di portare a cali di peso importanti e a un deperimento psicofisico per via del mancato apporto di sostanze nutritive fondamentali.

Per scongiurare il rischio di malnutrizione è essenziale stimolare l’appetito negli anziani, ma per farlo bisogna anche capire perché, con la terza età, spesso diminuisce il desiderio di mangiare.

In questo articolo, oltre a passare in rassegna i fattori che portano gli anziani ad avere meno fame, forniremo qualche consiglio pratico a chi quotidianamente se ne prende cura, per far sì che il pasto torni a essere un momento piacevole.

Perché è necessario stimolare l’appetito negli anziani e cosa si cela dietro a questo problema?

Come abbiamo visto, la perdita dell’appetito è una condizione piuttosto comune nella terza età, ma come si interviene? Esiste un modo per risolvere il problema? Sono queste le domande che si pone ogni giorno chi si prende cura di un anziano che tende a mangiare poco.

Prima di entrare nel merito delle possibili soluzioni per stimolare il senso di fame negli anziani, però, è molto importante comprendere cosa si cela dietro il rifiuto del cibo.

Le cause possono essere diverse: se in generale, nella terza età, il fabbisogno energetico tende a diminuire e di conseguenza cambia anche il rapporto con l’alimentazione, la perdita di appetito vera e propria può essere legata a diversi fattori tra cui cambiamenti fisiologici e aspetti psico-sociali dovuti all’età. Vediamoli rapidamente:

Cambiamenti fisiologici e difficoltà funzionali

A incidere sul rapporto degli anziani con il cibo possono essere disturbi causati dall’invecchiamento o fattori a esso connessi:

  • Disfagia: a causa di questo disturbo la deglutizione diventa difficoltosa e rende necessario un regime alimentare a base di cibi morbidi oppure ridotti in piccoli pezzi o in purea.
  • Mancanza di denti: anche questa condizione costringe chi ne soffre a sostituire determinati cibi con alimenti morbidi o, in alternativa, omogeneizzati o frullati.
  • Ridotta produzione di saliva: questo può causare secchezza della bocca, rendendo difficile la masticazione e la deglutizione.
  • Alterazioni di gusto e olfatto: problemi di questo tipo sono direttamente connessi alla riduzione del desiderio del cibo, così come anche disturbi della vista e dell’udito, in quanto questi ultimi possono impattare a livello psicologico. Rendono infatti difficile la comunicazione e contribuiscono a isolare la persona che si vede privata dell’elemento conviviale che accompagna il pasto.
  • Uso di farmaci: spesso l’assunzione di alcuni medicinali, come ad esempio gli antibiotici, altera i sapori e questo può essere all’origine del rifiuto del cibo.

Aspetti psico-sociali

La perdita dell’appetito nei soggetti anziani è spesso legata anche a fattori come solitudine e depressione: la prospettiva di consumare il pasto da soli, infatti, può spingere la persona a non mangiare affatto. In molti casi, poi, sia per questioni di natura economica, che per questioni logistiche, anche il momento della spesa diventa difficile e questo incide sulla tendenza a fare pasti frugali o preparati e conservati in modo approssimativo.

I rischi della perdita dell’appetito

Una dieta sana e bilanciata garantisce il giusto apporto di nutrienti, una condizione importante, soprattutto nella terza età, per poter godere appieno della propria quotidianità e mantenersi in salute. La perdita del senso di fame, interferendo con uno stile alimentare equilibrato, porta con sé il rischio di carenze nutrizionali importanti, come un’insufficienza di vitamine, minerali o proteine. L’anziano sarà così esposto a malessere, stanchezza generalizzata e cali di peso.

Tra gli aspetti da non sottovalutare, poi, c’è la disidratazione: chi tende a mangiare poco, infatti, potrebbe non assumere il corretto quantitativo d’acqua. Alla luce di questi rischi,  è molto importante far sì che i pasti siano il più possibile completi, nutrienti e regolari.

Ma in che modo stimolare l’appetito negli anziani? Vediamo insieme le possibili soluzioni.

Come stimolare l’appetito negli anziani: consigli e suggerimenti

In generale, esistono delle buone regole che possono migliorare la situazione, come ad esempio programmare pasti leggeri e frequenti: l’ideale è farne almeno tre nell’arco della giornata, prestando molta attenzione a non saltare la prima colazione.

Un’altra buona norma è studiare una dieta il più possibile varia, cercando di aumentare le quantità delle sostanze nutrienti senza eccedere nelle porzioni.

La perdita dell’appetito negli anziani, tuttavia, è legata spesso a fattori specifici: ecco perché sarà necessario intervenire in modo mirato rispetto al problema riscontrato. Vediamo cosa fare caso per caso.

Come favorire l’appetito in un anziano che ha difficoltà a deglutire

Se a causare l’inappetenza è la difficoltà di deglutizione sarà importante mettere in atto tutte le pratiche che possono semplificare questo processo così delicato. Chi si prende cura dell’anziano dovrà seguire alcune accortezze tra cui, ad esempio:

  • predisporre il pranzo in un ambiente tranquillo, in modo che non ci siano distrazioni;
  • aiutare la persona a mangiare lentamente, concentrandosi sulla masticazione in modo da formare un bolo compatto;
  • non somministrare nello stesso momento cibi di consistenza diversa;
  • imboccare l’anziano con bocconi di piccole dimensioni;
  • evitare i cibi poco compatti che tendono a frammentarsi o alimenti che si sciolgono rapidamente in bocca come, ad esempio, gelati o cioccolata.

Questi sono solo alcuni dei principali accorgimenti da seguire quando si assiste un anziano che fa fatica a deglutire: per approfondire il tema è possibile consultare il nostro articolo dedicato proprio al paziente disfagico.

Stimolare l’appetito negli anziani che hanno problemi di masticazione

Come abbiamo visto, gli anziani possono perdere l’appetito anche per difficoltà masticatorie dovute alla totale o parziale assenza di denti. La persona che ne soffre è quindi costretta a escludere tutti gli alimenti che non riesce a masticare facilmente, tra cui carne, frutta e verdura.

Per stimolare l’appetito negli anziani che hanno questo disturbo è importante preferire cibi ben cotti e morbidi, avendo cura di frullare frutta, legumi e carne e di servire già tagliati i cibi che implicano un maggiore sforzo nella masticazione.

Perdita dell’appetito a causa di problemi sensoriali

Gli anziani con problemi sensoriali (come alterazioni di gusto e olfatto) non riescono ad apprezzare pienamente il cibo, a causa di questa condizione. Per aiutarli è possibile seguire qualche accorgimento come:

  • aumentare il sapore degli alimentiusando degli aromi (erbe aromatiche come prezzemolo o origano, ad esempio) per far sì che siano più gustosi;
  • migliorare la presentazione del piatto in modo da rendere la pietanza più invitante e scegliere recipienti colorati: meglio non utilizzare piatti privi di colore o che non aiutano l’anziano a riconoscere bene il cibo al loro interno.

Se la solitudine toglie la voglia di mangiare

Nei casi in cui la perdita dell’appetito sia da attribuire a una condizione di solitudine, per stimolare l’appetito dell’anziano è importante supportarlo sul piano psicologico, creando attorno al pasto un momento di condivisione. Può essere utile, ad esempio:

  • accompagnarlo a fare la spesa al mercato o nei negozi di prossimità, anche per permettergli di tenere vivi i rapporti sociali all’esterno della propria casa;
  • coinvolgerlo nella scelta delle pietanze, chiedendo quali siano i suoi cibi preferiti e rendendolo parte attiva durante la preparazione dei pasti;
  • fargli compagnia mentre mangia.

Alzheimer e inappetenza: la funzione delle stoviglie rosse per stimolare l’appetito negli anziani

Se stimolare l’appetito nelle persone anziane non è sempre facile, può esserlo ancor meno nel caso di soggetti affetti da Alzheimer, in quantoqueste persone molto spesso non completano il pasto.

Su questo fronte, un aiuto arriva dalla ricerca: secondo lo studio condotto dalla biopsicologa dell’Università di Boston, Alice Cronin-Golomb, insieme al suo gruppo di lavoro, l’uso di stoviglie rosse inciderebbe in modo significativo sulla quantità di cibo consumato dai pazienti affetti da Alzheimer a uno stadio avanzato. Lo studio, in particolare, evidenzia come il 40% dei malati di Alzheimer perda molto peso a causa proprio di pasti non completati.

La ricercatrice e il suo team hanno ipotizzato che all’origine di questa tendenza possano esserci carenze visive e cognitive legate alla malattia. Il passo successivo è stato dimostrare cheil colore del piattoin cui viene servita la pietanzaincide sensibilmente sulla quantità di cibo assunto: il gruppo di ricerca, infatti, ha rilevato che i malati di Alzheimer assumono il 25% di cibo in più se l’alimento viene servito in piatti rossi, anziché in comuni piatti bianchi.

Successivi approfondimenti sono stati svolti: in base a quanto rilevato anche sulla scorta dell’esperienza quotidiana di badanti e parenti di pazienti affetti da Alzheimer, i ricercatori hanno appurato che l’assunzione di cibo o di farmaci è strettamente connessa agli stimoli visivi. Gli esperimenti condotti su un campione di pillole di diverse gradazioni di grigio, in particolare, ha mostrato che esistono tonalità cromatiche in grado di aiutare l’anziano a individuare più facilmente il farmaco da assumere.

Questo studio rappresenta un aiuto prezioso per chi, come familiari, OSS e badanti, si prende cura di persone con questa patologia: per stimolarle a mangiare, infatti,  può essere importante scegliere stoviglie di un colore che, grazie al contrasto cromatico, permetta all’anziano di visualizzare il cibo in modo netto e definito.

Lavorare con PrivatAssistenza come OSS, infermieri e badanti

La perdita dell’appetito è una condizione molto frequente nella popolazione anziana e sono numerose le famiglie che necessitano per i propri cari di un aiuto nella gestione del pasto. PrivatAssistenza – rete nazionale di assistenza domiciliare con sedi su tutto il territorio italiano – offre una risposta concreta a questo tipo di esigenza e mette  a disposizione delle famiglie personale qualificato per seguire l’anziano in tutte le sue necessità, tra cui l’alimentazione.

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