In estate, aumentando l’esposizione del nostro corpo ai raggi solari, torna alla ribalta la sensibilizzazione nei confronti dei tumori della pelle, i più diffusi in assoluto, tanto da essere la terza tipologia di cancro più comune sotto i 50 anni. Nel 2016 sono stati 180 mila i nuovi casi e nonostante i numeri siano in costante aumento la buona notizia è che se diagnosticati per tempo questi tumori possono essere facilmente curati. Ognuno di noi, in questo senso, può fare molto: basterà osservare con attenzione la propria pelle, consultare immediatamente il medico in caso di sospetti e anomalie ed esporsi con al sole con criterio, proteggendosi adeguatamente e cercando di evitare le scottature. Ma prima, impariamo a conoscere le principali tipologie di tumore della pelle.
Basalioma
È la forma più diffusa tra gli italiani, causato da una scorretta ed eccessiva esposizione al sole. Le scottature, nel corso degli anni, generano una serie di danni al DNA che, accumulandosi, possono evolvere nella formazione di un tumore. Pur essendo il meno aggressivo (non genera metastasi) tende ad infiltrarsi localmente portando, nei casi più gravi, anche alla perdita di organi. Basterà l’asportazione chirurgica per eliminarlo anche se, in alcune varianti, tende a ripresentarsi. Le zone del corpo più colpite sono quelle maggiormente esposte ai raggi UV: petto, schiena, braccia e gambe. All’occhio si presenta sotto diverse forme: può essere una piccola lesione rosacea o una cicatrice biancastra, altrimenti si può manifestare sotto forma di piccolo bozzo marroncino leggermente traslucido o come lesione sanguinante ed infiammata.
Carcinoma squamo-cellulare
Lo spinalioma è la seconda forma di tumore della pelle più diffusa colpendo circa 140mila italiani. Le aree del corpo più interessate sono cuoio capelluto, orecchie, labbra e mani. Anche in questo caso l’esposizione selvaggia ai raggi solari è il principale fattore di rischio. Rispetto alla tipologia precedente è più aggressivo in quanto in stadio avanzato può metastatizzare. Come riconoscerlo? Si presenta come una piccola chiazza rosa o rossa, un’escrescenza bitorzoluta o un bozzo color carne duro nel mezzo. Anche una qualsiasi lesione che sanguina senza guarire potrebbe esserne segnale. Se individuato ai primi stadi l’esportazione chirurgica si rivela la soluzione più efficace, insieme ad una cura a base di crema chemioterapica. Per lesioni più estese o recidive bisognerà ricorrere alla chirurgia di Mohs.
Melanoma
Si tratta della tipologia più nota e aggressiva nonostante sia la terza in termini di incidenza con 14mila casi. Il fattore di rischio è ancora una volta rappresentato da una esposizione scorretta ai raggi solari ma anche un frequente ricorso alle lampade abbronzanti e lettini solari. Ha maggiori possibilità di svilupparlo chi ha avuto in famiglia un parente con questo tumore o con un’alta concentrazione di nei con determinate caratteristiche (più di 100 di diametro superiore ai 5 mm e dalla forma irregolare). Il riconoscimento del melanoma segue un vero e proprio alfabeto: A di asimmetria della forma, B di bordi irregolari, C di colore variabile, D come dimensioni (superiori ai 5 mm), E come evoluzione e crescita. Se uno o più dei vostri nei presentano queste caratteristiche rivolgetevi immediatamente al medico di famiglia. Quando si riesce a riconoscerlo precocemente il melanoma può essere rimosso con la chirurgia altrimenti bisognerà integrare una terapia farmacologica per evitare il rischio che il cancro si estenda ad altre parti del corpo.
Diagnosi e Intelligenza Artificiale
Per la diagnosi di un tumore della pelle la sola osservazione fatta ad occhio nudo non basta. È senz’altro un utile elemento per dare il via ad una serie di accertamenti, ma occorre sempre approfondire con una dermatoscopia manuale o digitale per una diagnosi corretta. Un gruppo di scienziati dell’Università di Stanford, un mese fa circa, ha ideato un algoritmo servendosi dell’Intelligenza Artificiale che sarebbe in grado di distinguere le lesioni della pelle innocue da quelle cancerose. Il sistema ha infatti passato in rassegna oltre 130mila immagini di lesioni specifiche della pelle imparando così a riconoscere, tramite un confronto delle caratteristiche, le lesioni benigne da quelle maligne. Confrontando gli esiti dell’algoritmo con le diagnosi di 21 dermatologi il sistema è risultato affidabile quanto, e in alcuni casi, più di chi indossa il camice bianco. Questa nuovo strumento rappresenta sicuramente un elemento in più che può contribuire a rafforzare le tradizionali diagnosi, anche se certamente non potrà sostituire i pareri medici che vanno a tenere in considerazione non solo dell’aspetto “visivo” del neo, ma anche di tutta una serie di altre informazioni cliniche e personali.