Vivere relazioni di amicizia positive e durature, soprattutto in vecchiaia: in questo modo non solo si vivrà circondati da affetto ma si rallenterà anche il declino cognitivo.
A fare questa curiosa scoperta è stato uno studio condotto su un gruppo di ultraottantenni dotati di una memoria episodica simile a quella di persone con 50/60 anni. Di questi “Super Anziani” è stato esaminato, per la prima volta, il lato sociale della loro vita.
Lo studio
Ai partecipanti è stato fatto compilare un questionario composto da 42 domande che andava ad indagare il benessere psicologico degli individui entrando nel merito di 6 aspetti:
- relazioni interpersonali positive;
- autonomia;
- controllo ambientale;
- autoaccettazione;
- crescita personale;
- scopi nella vita.
Dall’analisi dei dati raccolti è emerso che i SuperAgers avevano ottenuto un punteggio medio di 40 punti alla voce “relazioni positive”, contro i 36 totalizzati dal gruppo di controllo, composto da 80enni con una memoria meno buona.
Il risultato ottenuto
Il dato, spiega Emily Rogalsky, professore associato alla Cognitive Neurology and Alzheimer’s Diseas Center della Northwestern University nonché co-autrice della ricerca, rappresenta qualcosa di “particolarmente emozionante, un passo verso la comprensione di quali fattori sono alla base della conservazione delle capacità cognitive in età avanzata, in particolare quelli che possono essere modificabili”.
Altri studi, a loro volta, avevano già avuto modo di dimostrare come la riduzione del contatto con gli altri portasse ad un peggioramento dei sintomi dell’Alzheimer e di altre malattie neurodegenerative. Questa ricerca, però, mette a segno un altro importante goal nell’individuazione dei fattori che influenzano la decadenza cognitiva e sui quali l’individuo ha la possibilità di agire in prima persona.
Attenzione: con questo non si vuol dire che basta avere una bella cerchia di amici per evitare di ammalarsi di Alzheimer. Purtroppo non è così semplice. Però, nell’ipotetica lista delle cose da fare per rallentare il declino cognitivo, mantenere una salda rete relazionale è sicuramente cosa buona e giusta, al pari di una dieta sana e dell’eliminazione di fumo e alcol.
Stop alla solitudine!
Come abbiamo visto risulta di fondamentale importanza non lasciare mai sole le persone più anziane, permettendogli di continuare a giovare di una rete relazionale sana e positiva. Una persona con la quale scambiare quattro chiacchiere, che possa essere di aiuto anche nello svolgimento delle attività quotidiane, potrebbe rappresentare un supporto fondamentale per la serenità e la salute dei nostri famigliari più anziani.
Questo è vero soprattutto durante il periodo delle festività natalizie, momento in cui le persone più fragili sono maggiormente esposte al rischio solitudine. Privatassistenza ha pensato anche a questo proponendo il servizio “Natale Sereno”: un’assistenza domiciliare qualificata per non lasciare da soli anziani, malati e disabili.
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