La vita, oggi, si è allungata parecchio. Se l’aspettativa di chi nasceva negli Stati Uniti un secolo fa era di 54 anni, le ultime statistiche confermano che si è ormai arrivati molto vicino a quota 80. Come afferma la Dr.ssa Marie Bernard, direttrice del National Institute on Aging (Istituto nazionale per l’invecchiamento) del NIH, «negli ultimi cent’anni, abbiamo prodotto un importante aumento per la speranza di vita». La gente vive più a lungo e questo è un fenomeno di portata mondiale. E non è solo una questione di durata, ma anche e soprattutto di qualità della vita: le persone anziane, oggi, tendono anche a essere più in salute rispetto al passato.
Grazie allo sviluppo di tecnologie e allo studio, la medicina sta facendo grandi progressi. Tuttavia, è possibile individuare dei comportamenti che possono incidere sulla durata e sulla qualità della vita?
Come dimostrano numerosi studi scientifici condotti su vermi, topi e primati, esistono accorgimenti per tentare di allungare la vita: la biologia dell’invecchiamento è infatti una delle nuove frontiere della medicina. In attesa, però, che queste importanti scoperte scientifiche producano aiuti concreti, oggi è possibile attenersi ad alcuni consigli che incidono significativamente sulla probabilità di avere una prospettiva di vita più lunga e sana.
Il Dr. Luigi Ferrucci, geriatra del National Institute of Health che conduce ricerche in Europa su invecchiamento e salute, considera l’esercizio fisico come l’elemento di maggiore influenza sull’aspettativa di vita. Con l’invecchiamento, la riduzione del tono muscolare e i dolori alle articolazioni sono spesso la causa di un aumento della sedentarietà che, soprattutto in età avanzata, favorisce l’insorgere di malattie, disabilità e perfino morte. È dunque di fondamentale importanza programmare un allenamento fisico con esercizi capaci di sviluppare l’aerobica, la resistenza, l’equilibrio e la flessibilità.
Anche l’essere in sovrappeso (si parla di “obesità” quando l’indice di massa corporea supera il valore 30) gioca un ruolo fondamentale sull’aspettativa di vita: mantenere sotto controllo il peso corporeo, con una dieta ipocalorica, permette di vivere più a lungo e in salute, prevenendo l’insorgere di malattie croniche e cardio vascolari. Tuttavia, come spiega il Dott. Ferrucci, «Pur avendo evidenze indirette che gli aggiustamenti nutrizionali aumentino la longevità, non ci sono ancora elementi di certezza sugli effetti positivi nell’invecchiamento umano e sono allo studio farmaci e altri approcci che potrebbero imitare i benefici delle restrizioni caloriche».
Un altro tassello importante è dire addio al fumo. Gli studi in tal senso sono moltissimi e tutti evidenziano come i benefici siano immediati: le difficoltà riscontrate nel tentativo di abbandonare la sigaretta non devono dunque scoraggiare.
Infine, il corredo genetico: che ruolo gioca nella speranza di vita? Come afferma il Dr. Thomas Perls, esperto di invecchiamento e direttore del New England Centenarian Study «i geni sono solo una variabile dell’equazione e influiscono per meno di un terzo sulle probabilità di arrivare a 85 anni». Gran parte della variabilità nella prospettiva di vita è legata ai comportamenti quotidiani. Non esiste infatti un solo gene che identifica la longevità: l’invecchiamento è l’effetto combinato di centinaia di geni che associati in un certo modo possono avere effetti decisivi.
In sostanza, la chiave per invecchiare bene è mettere in pratica comportamenti e stili di vita sani, corretti e vivere una vita appagante dal punto di vista mentale, fisico e sociale. Invecchiare non consiste nel trascorrere giornate inattive: bisogna continuare a inseguire esperienze significative a livello umano ed emotivo ed esercitarsi nell’arte del vivere in armonia.
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