Colf e badanti: è nata la patente di qualità

14 aprile 2020
Colf e badanti: è nata la patente di qualità

Il comparto dei lavoratori domestici è costituito in Italia da più di due milioni di lavoratori, di cui circa il 70% non possiede la cittadinanza italiana. L’impatto di questo settore sull’economia italiana è rilevante, tanto che ben l’1,25% del Pil nazionale è dovuto proprio a questo comparto, che coinvolge ben 2,5 milioni di famiglie. Questo è quanto rivelano l’ultimo Dossier statistico sull’immigrazione, elaborato annualmente dal centro studi Idos, e i dati raccolti da Assindatcolf (Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico).

Gli aspetti negativi che affliggono questo settore sono però quelli che riguardano il lavoro nero: ben il 1,2 milioni di lavoratori, sui due totali, risultano infatti non in regola. In altri termini sei lavoratori su dieci non hanno un contratto regolare di lavoro. Questo riguarda trasversalmente baby-sitter, colf, badanti e collaboratori domestici di vario tipo.

Al di là delle problematiche che questa situazione provoca ai lavoratori, dal mancato versamento di contributi all’INPS e all’erario, all’assenza del diritto alla malattia e alle ferie, gli effetti a livello economico sono devastanti: 3,1 miliardi di euro di mancato gettito fiscale.

Il patentino colf e badanti

L’entrata in campo, dal 12 dicembre scorso, del patentino potrebbe migliorare la situazione. L’Uni 11766:2019 colma infatti il vuoto legislativo e apre la strada a nuove possibilità di mettersi in regola per dipendenti e datori di lavoro domestico. Il patentino rappresenta in Italia una novità: si tratta infatti del primo sistema di certificazione delle competenze degli assistenti familiari.

Come detto, le funzioni e gli obiettivi del patentino sono molteplici. Innanzitutto, andrebbe a eliminare un paradosso di fondo: coloro che si occupano, con costanza e dedizione, delle persone più fragili della nostra società, anziani, disabili, bambini e persone non autosufficienti, non vengono tutelati e non vengono richieste loro specifiche capacità e conoscenze.

In questo senso, il patentino svolgerebbe la funzione di aggregatore delle competenze degli operatori domestici, comprovate dal superamento di esami e dalla partecipazione a corsi di formazione e di aggiornamento. Il patentino è infatti costruito come una patente a punti, nella quale si può registrare l’esperienza acquisita nel tempo secondo gli standard europei.

Il patentino stabilisce inoltre, per ciascuna delle tre professioni, badante, colf e baby-sitter, i compiti da svolgere all’interno delle mura domestiche, i requisiti per poterlo fare con professionalità, e permette di palesare le qualifiche che attestano la competenza dei lavoratori.   

L’esame

L’adozione del patentino non è obbligatoria, ma rappresenta una grande opportunità per il lavoratore. Oltre ad attestare le proprie competenze, permette infatti di sottoscrivere un codice deontologico, comprendente le regole di comportamento da tenere in casa, e di dimostrare il possesso di tre requisiti fondamentali:

  • Conoscenza di base della lingua italiana
  • Partecipazione ad un corso di formazione di almeno 40 ore per le colf e 64 per baby-sitter e badanti
  • Contratto di lavoro domestico regolare della durata di almeno 12 mesi su un triennio

Pensiamo quindi che questa sia una grande opportunità per i lavoratori di settore, messi finalmente nelle condizioni di poter comprovare le proprie competenze, e per tutti i datori di lavoro domestico, facilitati nella scelta della figura professionale da assumere per prendersi cura dei propri cari.

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