ISTAT: Italiani più longevi in europa; Marche in testa

24 ottobre 2006
ISTAT: Italiani più longevi in europa;  Marche in testa

Gli italiani sono una delle popolazioni più longeve al mondo, con le Marche che sono la regione dove si registra la maggiore speranza di vita, mentre alla Campania appartiene il dato più basso.

In generale, nel 2003 la speranza di vita alla nascita è pari a 77,2 anni per gli uomini e a 82,8 anni per le donne.

Rispetto al 2002, gli uomini guadagnano soltanto 0,1 anni in termini di vita media mentre per le donne si registra una perdita di 0,2 anni.
Sono i dati forniti dall'Istat nel rapporto dedicato alla mortalità della popolazione residente in Italia nel 2003.

"La relativa frenata della speranza di vita nel corso del 2003 - spiega l'Istituto nazionale di statistica - non è da interpretare come un'inversione di tendenza rispetto alla crescita regolare osservata negli anni passati, ma è legata a eventi di natura congiunturale".

Il 2003 è stato infatti contraddistinto da difficili condizioni climatiche - un inverno assai rigido e una successiva estate torrida - che hanno condotto a una mortalità molto accentuata, soprattutto tra gli anziani e, in particolare, tra le donne che ne rappresentano la maggioranza.

A fronte di 557 mila decessi registrati nel 2002, nel 2003 se ne sono verificati ben 586 mila, pari al 5,2% in più.
Tra le donne l'incremento annuale è stato del 6,6%, con picchi significativi nei mesi di marzo (+19,2%), luglio (+13,0%), agosto (+32,4%) e settembre (+13,1%).
Tra gli uomini l'incremento di decessi tra il 2002 e il 2003 è stato più basso, pari al 3,8%, con picchi mensili d'incremento superiori al 10% soltanto nei mesi di marzo (+14,6%) e agosto (+15,1%).

Nonostante l'anno non positivo sotto il profilo congiunturale, ricorda l'Istat, la popolazione residente in Italia si conferma una delle più longeve sul piano internazionale.

Nel 2003, nell'ambito dei Paesi Ue25 aspettative di vita migliori di quella italiana si registrano solo in Svezia (77,9), limitatamente agli uomini, e in Spagna (83,6) e in Francia (82,9) per quanto riguarda le donne.

In assenza di informazioni statistiche definitive per gli anni successivi al 2003, è comunque possibile fare alcune ipotesi per gli anni 2004 e 2005, utilizzando delle stime determinate sulla base di dati provvisori.
Nel 2004 la speranza di vita alla nascita dovrebbe salire a 77,7 anni per gli uomini e a 83,7 anni per le donne.
Infatti, nel 2004 tra la popolazione residente si sono complessivamente registrati 547 mila decessi (dato definitivo), circa 40 mila in meno rispetto al 2003.
Nel 2005, invece, le stime della speranza di vita alla nascita suggerirebbero un ritorno alla crescita regolare conosciuta nel recente passato.
La vita media degli uomini raggiungerebbe, infatti, i 77,8 anni (solo 0,1 anni in più rispetto all'eccezionale 2004, ma ben 0,7 anni in più rispetto al 2002), quella delle donne gli 83,4 anni (rispettivamente, meno 0,3 e più 0,4 anni).

L'aspettativa di vita è cresciuta dal 1974 di circa sette anni per le donne e di poco meno di otto per gli uomini.

E il dato nazionale della sopravvivenza è solo la sintesi di una realtà piuttosto eterogenea a livello territoriale.
Nel 2003 gli uomini residenti nelle regioni del Nord possono contare su una speranza di vita alla nascita pari a 77,1 anni, 77,6 per quelli nel Centro e 76,9 per quelli nel Mezzogiorno.
Le donne sono invece avvantaggiate in eguale misura al Centro e al Nord, 83,1 anni nel 2003, rispetto alle residenti nel Mezzogiorno attestatesi a 82,2 anni.
Rispetto al 1974 la ripartizione geografica che ha usufruito di un maggior guadagno in termini di sopravvivenza è quella del Nord, con aspettative di vita aumentate di 8,4 anni negli uomini e di 7,2 nelle donne.
Nel Centro e nel Mezzogiorno gli uomini hanno registrato incrementi di oltre un anno più bassi, rispettivamente 6,7 anni e 6,4 anni.
Le donne residenti nel Mezzogiorno, invece, presentano un incremento simile a quello registrato nel Nord, circa 7 anni, mentre le donne residenti nel Centro ne hanno avuto uno di soli 6 anni.

Le differenze in termini di sopravvivenza tra le varie aree geografiche hanno subito una progressiva riduzione grazie ai maggiori guadagni conseguiti da quelle regioni che nei primi anni Settanta riscontravano valori della speranza di vita alla nascita più bassi.
Per gli uomini nel 1974 la differenza che intercorreva tra la regione più longeva, la Calabria (71,7), e quella meno longeva, il Friuli-Venezia Giulia (67,8), era di circa quattro anni.
Nel 2003 il campo di variazione, tra il valore minimo della Campania (75,7) e quello massimo delle Marche (78,2), si è ridotto a due anni e mezzo.
Il processo di convergenza risulta in atto anche tra le donne.
Nel 1974 la regione più longeva, la Toscana con 77,5 anni di speranza di vita alla nascita, deteneva un vantaggio di 3,6 anni nei confronti della regione meno longeva, la Campania con 73,9 anni.
Nel 2003 il campo di variazione si riduce a 2,6 anni, visto che le donne residenti nell'Umbria e nelle Marche possono contare su una speranza di vita alla nascita di 83,9 anni contro una di 81,4 delle residenti in Campania.

FONTE ANSA

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