L'ictus è una grave patologia che comporta l’interruzione dell’afflusso sanguigno al cervello o a parte di esso. Che sia di tipo ischemico, cioè causato da un’ostruzione di un vaso cerebrale, o emorragico, dovuto quindi a una rottura, si tratta di una problematica che colpisce oltre 200.000 persone ogni anno nel nostro paese.
Ma non solo: l’ictus è al secondo posto tra le cause di morte e rappresenta la prima causa di disabilità tra gli adulti, dovuta ai gravi danni, spesso permanenti, che può comportare.
I sopravvissuti a un ictus, infatti, possono ritrovarsi con una serie di conseguenze molto serie, come problematiche motorie, visive, di memoria e linguaggio, affaticamento, mutamenti di personalità e depressione. In tal senso, l’intervento immediato è di fondamentale importanza per arginare i danni, così come il percorso di trattamento e riabilitazione garantito da personale appositamente formato. Quest’ultimo aspetto è anche evidenziato dai dati della “Stroke Unit” (Reparto Ictus) del Policlinico di Tor Vergata relativi al 2018, raccolti su un campione di circa 140 pazienti, il cui 50% ha ottenuto la completa autonomia funzionale a tre mesi dall’ictus, grazie alla presenza di percorsi di trattamento specialistici.
Tornando alla patologia, è fondamentale lavorare su due fronti: la consapevolezza dei fattori di rischio e i sintomi che annunciano il suo manifestarsi.
Sono i diabetici, gli ipertesi, i cardiopatici, i fumatori, gli obesi, i sedentari, coloro che presentano un alto livello di colesterolo e una vita stressante, a essere maggiormente a rischio.
Per questi soggetti, a maggior ragione, è necessario prestare particolare attenzione e rivolgersi immediatamente ai soccorsi, nel caso si presentasse uno o più dei tipici sintomi dell’ictus:
- Diminuzione o perdita delle capacità di equilibrio e/o coordinazione
- Senso di debolezza a uno o più arti
- Visibile asimmetria nelle espressioni del volto
- Difficoltà nell’articolazione del linguaggio
- Mal di testa di forte intensità, mai provato prima, e/o perdita di conoscenza
- Disturbi visivi e difficoltà a vedere con uno o entrambi gli occhi
Quello dell’ictus, naturalmente, non è un fenomeno solamente italiano, ma riguarda tutte le popolazioni che presentano i suddetti fattori di rischio. “Il processo di invecchiamento della popolazione ha portato ad un aumento del numero di pazienti colpiti da ictus”, come spiegato dalla responsabile della Stroke Unit della Fondazione Policlinico Tor Vergata, Marina Diomedi.
Se anche oggi i numeri mostrano un miglioramento nella capacità di affrontare l’ictus e le sue conseguenze, come ricordato, occorre un rapido riconoscimento dei sintomi e l’intervento tempestivo di Hub specializzati.
È in quest’ottica lavora lo “Stroke Action Plan for Europe 2018-2030", un progetto firmato e promosso dallaStroke Alliance For Europe (SAFE) e dall’European Stroke Organization (ESO), a cui aderisce, appunto, anche il Policlinico Tor Vergata.
L’obiettivo per il 2030 sarebbe quello di raggiungere un –10% dell’incidenza dell’ictus e il successivo trattamento in Stroke Unit dedicate per il 90% dei pazienti.