Di fronte all’impossibilità di curare l’Alzheimer, la comunità scientifica non ha reagito con mera rassegnazione ma procede su un doppio binario. Da un lato quello sperimentale, di ricerca di cure alternative; dall’altro quello riabilitativo e psicosociale, che punta, aspetto assolutamente non secondario, a ritardare gli effetti dell’Alzheimer rallentando il declino cognitivo e funzionale. “Vivere con l’Alzheimer” non significa solo non morire di questa patologia ma anche, sotto questo profilo, convivere con questa diagnosi cercando di ottimizzare la qualità della vita.
L’insieme di questi strumenti ricade sotto il nome di Trattamenti Non Farmacologici (TNF). In questa categoria eterogenea rientrano interventi di diversa natura, rivolti al soggetto malato in primis ma anche a chi se ne prende cura (caregiver) e alla famiglia in generale.
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Perché chi soffre di Alzheimer dovrebbe andare dallo psicologo
Di fronte ad una diagnosi tanto spaventosa e inesorabile, non bisogna sottovalutare l’importanza di un supporto psicologico, sia nel momento dello shock post diagnosi, sia nella gestione degli effetti per il contenimento e rallentamento del declino cognitivo. Gli studi scientifici hanno confermato l'efficacia degli interventi non farmacologici evidenziando un miglioramento delle funzioni cognitive, dei sintomi neuropsichiatrici e della qualità della vita. Non solo: il supporto psicologico riabilitativo sembrerebbe anche potenziare l’efficacia della terapia farmacologica.
L’obiettivo di questi strumenti, non potendo essere la cura, si focalizza sulla valorizzazione delle capacità presenti non impattate dalla malattia.
Il sostegno psicologico al paziente ha dimostrato miglioramenti degli effetti depressivi in soggetti al primo stadio.
Inoltre, la Riabilitazione del paziente con Alzheimer può prevedere un percorso che include anche l’attività motoria, calibrando la durata e l’intensità dell'esercizio fisico in relazione all’età.
Oltre ciò, con l’aggravarsi dello stadio delle patologie neuro-degenerative, subentrano problemi di linguaggio, quindi una riabilitazione logopedica precoce può essere determinante per ritardare queste problematiche.
Il Centro Privatassistenza di Bracciano-Trevignano Romano organizza accessi di diverse figure professionali coordinate tra loro per il raggiungimento degli obiettivi prefissati…la famiglia potrà contare su un team di professionisti a lei dedicato direttamente a casa propria. Chiama il Centro Privatassistenza per informazioni!
Terapia occupazionale del paziente con Alzheimer non grave
Un ruolo cruciale è rappresentato dalla terapia occupazionale, che si affianca al supporto psicologico e anzi più propriamente ne costituisce un pilastro portante laddove la demenza non sia ad uno stadio avanzato. Lo scopo è quello di coinvolgere il soggetto (eventualmente insieme al caregiver) in attività costruttive per l’autostima.
Il programma del trattamento sarà personalizzato tenendo conto di esigenze, capacità, interessi, educazione e background occupazionale della persona precedentemente alla diagnosi. Per questo lo psicologo utilizzerà strumenti di indagine per la valutazione del paziente con Alzheimer e del contesto familiare (caregiver).
La terapia occupazionale può essere svolta tranquillamente a domicilio supportando non solo il paziente ma, inevitabilmente, anche le persone vicine a lui utilizzando strumenti informativi, formativi e di sostegno.
Il Centro Privatassistenza di Bracciano-Trevignano Romano organizza gli accessi di un Terapista Occupazionale a domicilio il quale potrà effettuare un intervento personalizzato per la persona sofferente di Alzheimer o da demenza e, sulla base delle esigenze della persona e/o della famiglia, verranno individuati gli obiettivi da raggiungere. Le sedute possono durare al massimo un'ora per 1 o 2 volte a settimana, in base agli obiettivi stabiliti in precedenza.